In caso di ingiuria o di diffamazione, come deve agire il cittadino? Vediamo cosa prevede la legge al riguardo.
Offendere qualcuno può essere punito dalla legge, se sussistono certe condizioni, sia dal vivo che su internet.
Bisogna, però, prima specificare quali sono le casistiche.
Vediamo allora cosa dice la legge in caso di ingiuria e di diffamazione e cosa bisogna fare.
Cos’è l’ingiuria e come agire
Fino ad alcuni anni fa, per poter definire l’ingiuria si faceva riferimento all’art.594 del Codice Penale, ma ora è stato abrogato. L’articolo diceva che andava sanzionato chiunque offendesse l’onore o il decoro di una persona presente.
Per ingiuria, intendiamo quindi un’offesa sulle qualità fisiche, morali o sociali di una persona presente, un’offesa tale da ledere la dignità di quella persona.
Con l’abrogazione dell’articolo, è rimasto solamente l’illecito civile ed è stata eliminata la sanzione penale.
Nel caso in cui un cittadino riceva un’ingiuria può citare in giudizio il responsabile, richiedendo un risarcimento dei danni subiti, a causa dell’offesa ricevuta.
La sanzione può andare da un minimo di 100 euro ad un massimo di 8mila euro.
Nel caso in cui, invece, l’offesa consista nell’attribuzione di un fatto determinato oppure se l’offesa viene ricevuta in presenza di altre persone, la sanzione va da un minimo di 200 euro ad un massimo di 12mila euro.
Ricordiamo, inoltre, che l’ingiuria può essere perpetrata con qualsiasi mezzo: parole, gesti, forme scritte e disegni.
Cos’è la diffamazione e come agire
La diffamazione è un reato che consiste nell’offendere la reputazione di una persona assente. L’offesa, inoltre, deve essere in grado di ledere la reputazione della vittima, ovvero la considerazione che si ha di lei in diversi campi, come il lavoro, la famiglia, etc.
Il reato di diffamazione è punito nell’art.595 del Codice Penale e prevede diverse pene, a seconda del grado di gravità della diffamazione fatta.
Ad esempio, il reato è più grave, se la diffamazione viene fatta a mezzo stampa o con un altro mezzo di pubblicità, come tramite i social.
Chi è vittima di diffamazione può sporgere denuncia entro tre mesi da quando è venuta a conoscenza dell’offesa. Seguiranno le indagini necessarie per verificare la fondatezza della responsabilità penale del querelato.
Nel processo penale, la vittima può costituirsi parte civile, per ottenere il risarcimento dei danni subiti, a seguito della diffamazione.
Nella maggior parte dei casi, chi diffama è condannato ad una multa e ad un risarcimento danni in favore della parte civile. Ma, nei casi più gravi, è prevista anche la reclusione fino ad un anno.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it