colloquio lavoro figli legaleSi tratta di una domanda molto comune, soprattutto per le donne, ma è veramente legale chiedere ad un colloquio se si vogliono figli? Vediamolo insieme.


Il colloquio di lavoro è uno step essenziale per l’assunzione: durante quella conversazione, il selezionatore inizia a conoscere il lavoratore, sia nella sua esperienza lavorativa e sia nel suo approccio al lavoro.

In alcuni casi, è possibile che ci siano domande più personali, ma è legale chiedere se si hanno figli o se si vuole averne?

Vediamolo insieme.

Colloquio di lavoro: è legale chiedere se si vogliono figli?

Durante un colloquio di lavoro, il selezionatore, oltre alle domande sull’esperienza lavorativa del candidato, può fare delle domande riguardo alcuni aspetti più personali. In questo modo, può ricostruire un profilo più accurato e ottenere maggiori informazioni.

In molti colloqui, soprattutto se il candidato è donna, vengono poste domande sui figli, sia se si è già genitori e sia se lo si vuole diventare.
Ma è legale?

Cosa dice il Codice delle pari opportunità

Facciamo riferimento al Codice delle pari opportunità, in vigore dal 2006. Nel Codice si vieta

“qualsiasi discriminazione, per quanto riguarda l’accesso al lavoro, in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, compresi i criteri di selezioni e le condizioni di assunzione”.

Perciò, tutti i candidati sono uguali e vanno valutati per quello che sanno fare e le loro potenzialità, non per aspetti attinenti alla loro vita privata o alla sfera d’intimità.
In particolare, nel Codice, si vieta che la discriminazione venga attuata:

  • Attraverso il riferimento allo stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza, nonché di maternità o paternità (anche adottive);
  • Attraverso meccanismi di selezione, che prevedano come requisito professionale l’essere uomo o donna, ad eccezione delle attività della moda, dell’arte e dello spettacolo, se l’appartenenza ad un sesso specifico è essenziale nella natura del lavoro o della prestazione.

Perciò, fare domande sulla prole non è legale, durante un colloquio di lavoro, perché è potenzialmente discriminatorio, nei confronti degli altri candidati presenti.
La norma non è valida solo in fase di colloquio per l’assunzione, ma si allarga anche in materia di orientamento, formazione, perfezionamento, aggiornamento e riqualificazione professionale.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it