Arriva il Codice Identificativo AirBnB: esultano gli hotel. Asshotel-Confesercenti: “Ora aspettiamo prime mosse”. Ecco cosa cambia con il DL Crescita.
Codice Identificativo AirBnB. Con il Dl Crescita arriva il codice identificativo per le strutture alberghiere e di accoglienza, compresi gli ‘airbnb’. E gli albergatori esultano. “si tratta di uno strumento di certificazione che non può che migliorare l’offerta turistica in generale.
Tutto ciò che riduce l’evasione fiscale e i fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale, consente di lavorare nel rispetto delle regole con un beneficio che ricade su tutti gli operatori del turismo”, sottolinea Filippo Donati, presidente di Assohotel Confesercenti Emilia-Romagna. “Siamo in attesa anche da parte della Regione delle prime azioni in tal senso”, sollecita Donati.
I Comuni potranno poi verificare le presenze dei turisti attraverso i dati forniti per la pubblica sicurezza per combattere l’evasione della tassa di soggiorno. Infine la stretta colpisce anche le piattaforme on line come Airbnb che non potranno più rifiutarsi di raccogliere la cedolare secca.
L’obiettivo infatti è quello di stanare i furbetti delle case vacanze che non pagano al fisco il dovuto (la cedolare secca al 21%).
I proprietari delle struttture, ma anche chi fa da intermediario comprese le piattaforme on line come Airbnb che non pubblicheranno il codice di identificazione – che viene già utilizzato da alcune Regioni come la Lombardia e la Toscana – rischiano una multa da 500 a 5000 euro.
Nei mesi scorsi tra l’altro dopo una lunga battaglia il Tar del Lazio con la sentenza n. 2207/2019 ha respinto le richieste di Airbnb che finora si era rifiutata di riscuotere la cedolare secca.