Codice Appalti, audizione al Senato: Confcommercio si pronuncia nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’attuazione del Codice degli appalti.”Nonostante le aspettative il Codice si è rivelato inefficace, quando non addirittura inadeguato. Per le pmi i i costi restano insostenibili”. Buoni pasto: “serve un ripensamento della normativa attualmente in vigore”.
Il Codice degli appalti, “contrariamente alle aspettative (alte, a dire il vero) che hanno preceduto la sua entrata in vigore, si è rivelato nella prassi inefficace, quando non addirittura inadeguato, rispetto agli obiettivi macroeconomici di rilancio degli investimenti pubblici e di contenimento dei costi, nonché alle esigenze del mercato di procedure snelle e rapide”.
Lo ha detto Lino Enrico Stoppani, vicepresidente vicario di Confcommercio, in audizione in commissione Lavori pubblici al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’attuazione del Codice degli appalti. Il superamento del Regolamento attuativo, sostituito da una serie di strumenti di “soft law” come le linee guida Anac “era stata inizialmente accolto con favore anche se successivamente sono emerse le numerose problematiche legate a tale modalità di regolamentazione, anche a causa delle lacune e/o delle imperfezioni normative risalenti al Codice (lesempio più evidente in tal senso è costituito dalle linee guida relative al rating dimpresa)”, è scritto in una memoria depositata in commissione.
L’audizione di Confcommercio
Per Confcommercio “l’obiettivo di carattere generale di un’effettiva semplificazione delle procedure e della riduzione degli oneri amministrativi e burocratici, funzionale alla creazione di un ambiente più favorevole alle attività d‘impresa in generale e ad agevolare l’accesso delle pmi agli appalti pubblici, appare nella prassi sostanzialmente disatteso, anche se si registrano misure destinate a tale finalità (ad esempio, il Documento di gara unico o i processi di informatizzazione e di perfezionamento delle banche dati che, tuttavia, appaiono ancora incompleti)”.
Stoppani ha poi criticato “gli effetti negativi in termini di oneri a carico delle imprese” del cosiddetto ‘rito superaccelerato‘. Questo “ha comportato un aumento degli oneri che si sono tradotti in costi insostenibili per le pmi, tali da costituire una vera e propria barriera d’accesso alla giustizia in grado di scoraggiare gli operatori che dispongono di minori risorse economiche da destinare al contenzioso. Al riguardo, occorre pertanto ribadire che la necessità di garantire la certezza e la celerità delle procedure di gara non può in alcun modo risolversi in una negazione di giustizia”. Per Confcommercio, inoltre, la disciplina dei servizi e delle forniture “continua a soffrire della carenza di disposizioni di maggior dettaglio”.
Tra le principali critiche mosse dall’Associazione, il processo di centralizzazione degli acquisti della Pa.
Questo “ha prodotto, come conseguenza, la concentrazione del potere di acquisto e la drastica diminuzione delle gare, che hanno assunto dimensioni tali da penalizzare, di fatto e in misura sempre maggiore, le pmi, in particolare quelle che operano nel campo della distribuzione di beni e servizi, che vengono sistematicamente bypassate da una contrattazione che si rivolge elettivamente ai grandi produttori (nel caso delle forniture di beni) ovvero ai principali player del mercato (nel caso dei servizi). Il nuovo Codice, sul punto, non ha dato buona prova di sé; e ciò – sottolinea la memoria – è dovuto principalmente al mancato adattamento della definizione di ‘lotto funzionale'”.
Quanto infine ai buoni pasto, “Confcommercio denuncia ormai da tempo e con grande preoccupazione le distorsioni collegate all’attuale sistema di mercato dei buoni pasto e, ora più che mai, ritiene necessario un confronto con le istituzioni per affrontare sia la crisi generata dal fallimento della Qui!Group, sia un complessivo ripensamento della normativa attualmente in vigore”.