Clan dei Casamonica, a Roma una casa sequestrata rioccupata da un’affiliata alla famiglia mafiosa. Aveva divelto i sigilli, danneggiato la serratura della porta d’ingresso e si era sistemata all’interno della casa.
Aveva divelto i sigilli, danneggiato la serratura della porta d’ingresso e si era sistemata all’interno della casa abitata da Giuseppe Casamonica, già confiscata e che lo scorso 17 luglio i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, nel corso dell’operazione ‘Gramigna’ avevano liberato, affidandola all’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati. Questo è quanto hanno scoperto, in vicolo di Porta Furba, 55, i Carabinieri della Stazione Roma Tuscolana insieme ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante, durante un’attività investigativa in zona.
Una donna di 19 anni, anche lei una Casamonica, è stata così denunciata per occupazione abusiva di stabile confiscato. Si tratterebbe della fidanzata del figlio di Giuseppe Casamonica. Sul posto è giunto anche il personale dell’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati, ente assegnatario dell’immobile che, con i Carabinieri presenti, ha liberato l’immobile, ripristinato la serratura ed apposto nuovamente i sigilli.
Il blitz con lo sgombero delle ville appartenenti al clan mafioso ha visto in azione circa 600 agenti della Polizia locale e la presenza della sindaca di Roma, Virginia Raggi, e del ministro dell’Interno, Matteo Salvini
Il clan dei Casamonica e le sue “imprese”
Il clan dei Casamonica prende origine dalle famiglie Casamonica e Di Silvio, famiglie di sinti stanziali originarie dell’Abruzzo e del Molise, giunte da Pescara e da Venafro nella capitale negli anni settanta. Il gruppo è quindi costituito dai membri di queste famiglie, con occasionali imparentamenti con altre famiglie sinti come i Barovero (Piemonte), i Cena (Torino), i De Rosa, i Di Guglielmo, i Di Rocco, i Ciarelli, i Di Lauro, i Laudicino, gli Zini, gli Spada e gli Spinelli; inoltre si affidano ai Seferovic di origine bosniaca.
Uno dei tanti episodi sconcertanti ascrivibibili al clan è quello del raid in un bar romano avvenuto in pieno giorno: un uomo appartenente alla famiglia dei Casamonica, poichè non veniva servito per primo in una tabaccheria della periferia sud-est di Roma, ha aggredito una donna con handicap che, non avendo riconosciuto la coppia di uomini impazienti dell’attesa, li aveva invitati a cambiare bar.