chiusure-domenicali-negoziChiusure domenicali negozi: quali sono gli scenari attuali? In che modo il Governo si sta muovendo per portare a termine questo tanto agognato progetto di legge? Scopriamolo.


Un argomento abbastanza discusso e sentito è quello delle chiusure domenicali dei negozi: un tema che sembra aver spezzato in due il parlamento per via delle idee contrastanti.

La situazione attuale in Europa

L’Europa sembra essere non omogenea su questo punto di vista perché le varie nazioni che la compongono sembrano avere diversi regolamenti, alcuni piuttosto severi tra cui:

  • Francia dove è in vigore il principio del riposo domenicale eccetto per i negozi detenuti da proprietari che possono rimanere liberalmente aperti;
  • Spagna le domeniche lavorative vengono scelte dalle varie Comunità autonome;
  • Inghilterra non si ha nessuna restrizione per i negozi più piccoli dei 280 m2. Per i negozi più grandi di 280 m2 sono concesse le aperture dalle 10 alle 18.
  • Grecia i negozi sono chiusi tranne i negozi alimentari, fioristi e stazioni di servizio
  • Germania i negozi sono chiusi eccetto i musei, stazioni ferroviarie, panetterie, giornalai, fiorai, stazioni di servizio, aeroporti e luoghi di pellegrinaggio.
  • Polonia invece non si ha nessuna restrizione tranne che per 15 date di festa nazionale che impongono la chiusura obbligatoria.
  • Lussemburgo i negozi sono aperti solo tra le 6.00 e le 13.00 eccetto per le panetterie, macellerie e negozi di souvenir che l’orario si prolunga fino alle 18.00.
  • Malta i negozi sono autorizzati ad essere aperti la domenica a patto che chiudono un altro giorno a settimana, i lavoratori non hanno l’obbligo di recarsi a lavoro la domenica, a meno che non sia una condizione prevista nel contratto.

Per quanto riguarda paesi come Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Lituania, Irlanda, Ungheria, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Svezia non c’è nessuna restrizione

E in Italia?

In Italia invece i partiti che hanno la maggioranza in Parlamento puntano a seguire l’esempio di questi ultimi paesi.

L’idea della Lega è condizionata dalla preoccupazione di possibili ricadute negative sull’economia (meno posti di lavoro e meno consumi) in un momento tra l’altro di pesante rallentamento.

Per questo è stata avanzata una proposta tramite Andrea Dara, vale a dire aprire ben 8 domeniche l’anno.

Il M5S invece propone l’apertura del 25% dei negozi.

Mentre Forza Italia afferma che la chiusura delle attività nei giorni festivi porterebbe delle conseguenze “drammatiche” e un notevole calo delle occupazioni.

Maria Bernini, in particolare sostiene che c’è il rischio di “addio a 80mila posti di lavoro, caos nel settore della distribuzione, disuguaglianze tra i diversi territori ed esercizi”.

La proposta di legge

Dopo mesi di dibattiti sembra che finalmente sia arrivata la tregua che propone la chiusura di 26 domeniche su 52 e deroghe per 4 festività nazionali su 12, per un totale di 30 aperture straordinarie.

Questo decreto contiene delle eccezioni tra cui:

  • I negozi nei centri storici i negozi potranno essere aperti tutte le domeniche dell’anno tranne che nelle festività;
  • Per i negozi fuori dal centro storico, nei paesi fino a 10mila abitanti, potranno restare aperti i locali fino a 150 m2;
  • Nei comuni che superano i 10mila abitanti saranno aperti i negozi fino a 250 m2;
  • Nelle zone turistiche le 26 aperture concesse saranno concentrate nel periodo di maggiore affluenza;
  • Nelle zone balneari sono concentrate nel periodo estivo (tra aprile e settembre);
  • Per le località di montagna, saranno suddivise tra dicembre e marzo (per la stagione sciistica) e da luglio ad agosto (per la stagione dedita al trekking).

Chi non rispetta queste normative sarà sanzionato con multe che possono andare dai 10.000€ ai 60.000€ e possono essere raddoppiati in caso di recidiva.

Un testo che può subire delle modifiche

Andrea Dara ha specificato che il testo si può cambiare.

Non si tratta assolutamente di una marcia indietro, ma di una decisione presa a seguito della richiesta di confronto delle opposizioni rimaste «spiazzate perché abbiamo dato una deroga ai centri storici e ai negozi di vicinato che rimarranno aperti come oggi, cosa che negli altri testi non c’era».

Il M5S risponde affermando che ogni testo è certamente sempre migliorabile e il lavoro parlamentare serve proprio a questo perché gli interessi dei cittadini sono più importanti degli interessi di qualsiasi lobby.

Quali sono gli scenari possibili? La situazione, purtroppo non è ancora abbastanza chiara per poterlo stabilire con certezza,

Occorrerà, pertanto, attendere che l’iter legislativo della proposta riesca prima a concludersi: solo quando questa verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale allora potremo capire chi sarà soddisfatto dalla nuova legge sulle chiusure domenicali e chi no.

Sempre che la proposta di legge non si areni ancora prima del dibattito conclusivo.