chiesaNon ho mai creduto che Dio abbia creato gli uomini, ma siano stati gli uomini a creare Dio, perché l’uomo è superstizioso e ha bisogno di credere in una forza invisibile, che quando si riesce ad averne il riconoscimento ufficiale, diventa religione.

E meno chiara è, più è attrattiva per le persone che hanno la necessità di credere all’oscurità, ai prodigi, ai misteri e alla paura. Paura che diventa il collante dei gruppi religiosi e favorisce l’astuzia dei pochi che riescono a stare ai vertici degli stessi.

La religione serve a delegare ad altri la responsabilità di ciò che accade, anziché credere nella maturità adulta,nell’autonomia umana e nella responsabilità in prima persona. Non a caso qualcuno giustamente l’ha definita “oppio dei popoli”.

Religioni e odio

Nel nome di Dio oltretutto si sono sempre fatti i più grandi crimini, tanto che se ci fosse un Dio, l’ateismo sarebbe il problema minore rispetto ai guai della religione.

Abbiamo religioni sparse in tutto il mondo e riusciamo per queto ad odiarci a sufficienza, ma non riusciamo ad amarci l’un l’altro a sufficienza.

Nessuno in vero ha mai pensato che ci fosse il bisogno delle religioni per giustificare l’amore, ma la religione è il miglior strumento maiinventato per giustificare il conflitto. Il comportamento di un uomo dovrebbe essere basato sull’empatia, educazione e legami sociali; non è necessaria alcuna religione per questo.

E forse la cosa peggiore, è proprio il concetto della paura, che bisognerebbe avere della punizione dopo la morte o la ricompensa futura che dovrebbe giustificare il comportamento aderente alla religione in questa vita.

E’ incredibile come gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti, che di solito sono sempre accettabili e condivisibili. Si riesce più facilmente a fare una guerra per una religione che viverla secondo i suoi principi, qualunque essa sia.

Il ruolo della Chiesa

Le religioni sono un sistema di forze, più che di idee e in tutto questo si innesca la chiesa cattolica, che è riuscita nei secoli a convincere tanti che esiste un Dio, che ha creato l’universo, che ha mandato suo figlio a salvarci, che ci ama, che è caritatevole e misericordioso … ma ha bisogno di soldi.

La chiesa predica che il regno non è in questa terra ma il vero regno è il regno dei cieli, ma si preoccupa di gestire gerarchie, potere e patrimonio proprio in questo misero regno terrestre.

La Chiesa pretende di essere la guida affidabile in un mondo invisibile quando già non è affidabile nel visibile. Chi è spiritualmente e psicologicamente sano non ha bisogno di religioni, che senza una legittimazione della cultura popolare, sarebbe circoscritta al disturbo mentale.

Tanto premesso, per poter inquadrare il mio punto di vista, quindi sicuramente, uno che tutto può essere fuorché un bigotto, voglio anche esprimere il mio apprezzamento e grande considerazione verso figure come San Francesco, Madre Teresa di Calcutta o i tanti missionari che hanno sposato il loro intimo sentire con i teorici principi espressi dalla Chiesa nel Vangelo.

Sempre credendo che non sia stata la loro fede religiosa a renderli delle splendide persone, ma al contrario, sono state delle persone eccezionali che hanno sposato quello che avevano già dentro, con i concetti espressi dalla Chiesa, senza non pochi punti divergenti di interpretazione che naturalmente, proprio per lo spirito di queste persone,non sono mai state evidenziate, se non quando era estremamente necessario.

Nessuna evoluzione per la Chiesa?

C’è da dire anche che la Chiesa nel suo evolvere, non ha mai visto queste persone come un punto di riferimento e una traccia da seguire, tanto che non vediamo nessuno che nel tempo ha migliorato le performance di San Francesco d’Assisi.

In tutti i campi, dallo sport alla scienza, c’è stata una evoluzione, perché molti partecipanti puntavano al miglioramento delle performance spingendo gli obiettivi sempre più avanti.

Nessuno invece nella Chiesa dal 1.200 ad oggi ha superato il “record” di San Francesco d’Assisi, che mantiene ancora il primato dopo otto secoli, con migliaia di preti e monaci che teoricamente avrebbero dovuto puntare a fare come lui o meglio di lui.

Se un uomo seguisse oggi rigorosamente gli insegnamenti di San Francesco o del Nuovo Testamento, sarebbe considerato uno sbandato e un folle.

La posizione del Papa

Oggi invece abbiamo un Papa, il capo della Chiesa Cattolica, arrivato in campo dalla panchina, in sostituzione del Papa titolare, con un magheggio ancora da scoprire, ma che sa di marcio e che all’Angelus esorta i fedeli ad essere dei buoni cristiani e a pagare le tasse, senza considerare che la Chiesa ha messo tutta la sua potenza per farsi esentare dall’IMU avendo un patrimonio immenso e dal 2005 non paga le tasse neanche nei locali commerciali, e bisognerebbe anche capire sedichiara tutti gli introiti che poi investe in operazioni finanziarie e immobiliari.

Ma non si ferma qui,esorta anche i fedeli a rispettare le leggi “giuste” dello Stato. Proprio adesso che siamo nel contesto di governi che fanno leggi liberticide, che limitano la libertà e che vanno anche contro principi costituzionali e della dichiarazione universale dei diritti umani.

L’ultima Enciclica

Ma la cosa che lascia di stucco anche un ateo, è l’ultima Enciclica di Papa Bergoglio, titolata “Fratelli tutti”, dove insinua al punto 120 della stessa, un tarlo sulla proprietà privata(degli altri), dimenticando che esiste un comandamento,“non rubare”, che non avrebbe senso se non concepisse la proprietà privata.

Diremmo abbastanza in linea con i principi del nostro Governo,che pensa di poterti entrare in casa a verificare se hai più di 6 ospiti a cena, o di tutti quelli favorevoli all’immigrazione per cui è giusta l’espropriazione di case o alberghi, per dare rifugio agli immigrati.

Infatti si potrebbe affermare che l’Enciclica di Papa Francesco è tutta pauperista e immigrazionista, affermando che la politica corretta sia quella “di aiutarli a casa loro”, ma visto che nessuno lo fa, è giusto che ci sia questa immigrazione verso l’Europa, superando il concetto dei confini, utilizzando in modo subdolo il Vangelo e San Francesco, arriva ad un concetto di globalizzazione, anche questo in linea con le volontà delle forze finanziarie sovranazionali.

Tanta politica ed economia, poca teologia

Da un’enciclica papale di duecento pagine, uno si aspetterebbe un grande discorso teologico, mentre troviamo tanta politica ed economia, che partono sempre da principi sani, ma che invece di dare soluzioni, verificando le cause, concludono invece con tutto quello che avvantaggia il neoliberismo e di chi è responsabile di questo stato di cose.

E lui non fa altro che invitare ad accettare quello che la globalizzazione ci vuol fare accettare, dando in qualche modo la colpa a chi non vuole accogliere gli immigrati e non facendo nessun cenno alle responsabilità veredellacausa dell’immigrazione.

E se non fosse il Papa a titolare quello scritto come Enciclica, dove si fa riferimento a Gesù Cristo solo due volte nelle duecento pagine e sempre in chiave di accoglienza dei poveri, uno da cattolico o da laico nel porsi nei panni di un cattolico, si aspetterebbe una cosa diversa, magari anche con qualche riferimento alla società e alla politica, ma che la struttura fosse fondamentalmente in chiave cattolica ed ecumenica.

Tutto quello che appare è sempre in chiave sociale ed economica, e per quanto corrette possano essere le affermazioni, di salvaguardare i poveri, di combattere la prostituzione e il traffico di droga o il commercio di organi e di armi, con una generica condanna di un certo neoliberismo, sono sempre tutte in chiave socio-economica. Come che un ricco non possa avere bisogno, perché “povero” di fede.

Il significato di povero

Povero per la chiesa dovrebbe avere un significato più ampio in termini religiosi e non considerare povero solo chi non ha soldi. Mi aspetterei ben altro da una enciclica, che oltretutto invita a non dimenticare la storia e fa riferimento alla Shoah e alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.

Ma non fa nessun riferimento alle Foibe, ai 130 milioni del comunismo, né ai 60 milioni di morti in Cina con Mao Tze Tung, né ai 4 milioni di morti in Cambogia con Pol Pot, che possono sembrare pochi, se non pensiamo che la Cambogia faceva 8 milioni di abitanti, quindi il 50% della popolazione.

Certo, non va bene parlar male del comunismo. Ma neanche della rivoluzione francese con i suoi 500 mila morti. Certo, bisogna ricordare solo quello che è “corretto” ricordare, distruggendo la memoria di eventi anche enormi, con un velato ma non tanto ricatto, di non essere accettati in alcuni ambiti se non si è allineatiai giusti ricordi e riferimenti storici.

La tecnica della rana bollita

Quindi, per concludere, una enciclica che tende demolire i confini,a demonizzare i nazionalismi e le culture, cercando l’uniformità della globalizzazione e spingendosi anche oltre all’uniformità delle persone. Ma questo non accadrà mai, perché è contro natura e quindi contro quella cosa che può essere chiamata Dio. E se la natura o Dio ha creato gli uomini tutti differenti tra di loro, ci sarò anche un motivo.E questa diversità è “sacra” per natura, e come tutte le cose sacre, vanno rispettate.

Questa Chiesa un giorno dovrà ravvedersi in qualche modo, anche se noi non vedremo mai questo ravvedimento, considerando anche i tempi del suo sistema giuridico.

Pensiamo solo che Galileo Galilei fu accusato di eresia nel 1633 e fu scagionato nel 1992, quindi non possiamo sicuramente aspettarci nientenel breve, specialmente dauna chiesa che adesso entra in partnership con legislazioni statali.

D’altronde le verità della religione non si trovano maipresso coloro il cui mestiere consiste nel parlarne enonsono mai capite così bene come da quelli che hanno perso la capacità di ragionaree vittime della tecnica della rana bollita.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare