CETA (Trattato UE-Canada) autorizza la contraffazione del Made in Italy? Codici: gli agricoltori non vengano lasciati soli da governo ed Unione Europea.
Far parte dell’Unione Europea si sa, cela “onori ed oneri”, ma quando i secondi superano di gran lunga i primi a danno dei nostri coltivatori ed allevatori e del marchio “Made in Italy” per i prodotti nostrani, allora ecco che si danneggia in modo irreparabile un settore fondamentale dell’economia italiana come quello alimentare, frodando inoltre il consumatore a livello mondiale, essendo destinatario delle nostre esportazioni.
Il CETA, Trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, sostanzialmente legittimerebbe le imitazioni dei prodotti tipici italiani, ma non solo, autorizzerebbe in Europa anche l’entrata di grano duro e carne a dazio zero.
Esempio eclatante, il Parmigiano italiano esportato in Canada che si troverebbe a competere con l’imitazione, legittimata dal Trattato, del prodotto canadese denominato “Parmesan”.
Amara ironia, il loro Parmesan potrà successivamente venire esportato in Italia.
Questo è l’intento dei nostri accordi commerciali, mettere in ginocchio una parte della produzione ed economia basata sul settore primario?
Coldiretti ha lanciato l’allarme sulla pirateria alimentare contro i nostri prodotti, facendo presente come le denominazioni e traduzioni dei nomi, traggano in inganno il consumatore che pensa di acquistare un prodotto italiano. Si tratta di concorrenza sleale a tutti gli effetti.
Secondo il Dossier della Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea, non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese.
I prodotti italiani sono realizzati sulla base di una produzione che viene sottoposta ad un rigido sistema di controllo e rischia di essere invasa da prodotti legittimati ad esserne una imitazione, è un paradosso assurdo.
Il rischio è che, qualora questo Trattato venga ratificato dal governo italiano, crei un precedente anche per altri Paesi extra UE, amplificando il danno per i produttori nostrani, senza possibilità di arginarlo.
Italia ed Unione Europea hanno il dovere di difendere prodotti e produzioni uniche al mondo, in quanto non riproducibili, ma solamente imitabili.