Una recente analisi formulata dalla CGIA Mestre farebbe emergere dati preoccupanti: il cattivo funzionamento della Pa costa ai cittadini più dell’evasione fiscale.
Nonostante l’allarme per l’evasione fiscale, sembra che i danni provocati dalla condotta non impeccabile dell’apparato statale siano, in realtà, più gravosi per i cittadini.
È importante sottolineare che evadere il fisco non ha alcuna giustificazione a priori. Tuttavia, l’Ufficio Studi della CGIA sostiene che nonostante l’ampia diffusione dell’evasione fiscale, le inefficienze della Pa causano danni economici più consistenti ai privati.
Ma quanto c’è di vero in questa affermazione? Scopriamo qui di seguito i dati emersi dalla ricerca dell’associazione (lo studio completo è in allegato alla fine dell’articolo).
Stato di diritto e violazioni europee
Partendo dal presupposto che uno Stato di diritto si basa sulla legalità, è allarmante notare che l’Italia presenta uno dei più alti livelli di violazione dell’ordinamento europeo nell’UE. Questa situazione è rivelata attraverso un numero significativo di infrazioni e procedure aperte nei confronti del nostro Paese, come riportato dal Dipartimento per gli Affari Europei al 20 dicembre 2023.
Tra le molte infrazioni, alcune risultano particolarmente preoccupanti. Ad esempio:
- il mancato rispetto dei diritti civili
- la violazione delle norme sulla concentrazione di polveri sottili nell’aria
- la presenza di arsenico nell’acqua potabile
- il protrarsi degli sforamenti dei tempi di pagamento da parte della Pubblica amministrazione verso le imprese fornitrici
- e i livelli di inquinamento nell’area industriale dell’ex Ilva a Taranto.
Queste infrazioni riflettono una serie di criticità nelle istituzioni pubbliche italiane, suggerendo un livello di violazione dell’ordinamento europeo tra i più elevati nell’Unione Europea. La pluralità e la varietà delle violazioni indicano che la problematica non è limitata a un settore specifico, ma coinvolge diverse aree della governance e della gestione delle risorse pubbliche.
E da qui arriviamo al punto cruciale dell’analisi: questi sprechi causati da una pessima gestione delle amministrazioni pubbliche quanti danni causano?
Il cattivo funzionamento della Pa fa più danni dell’evasione fiscale? L’analisi degli sprechi
L’analisi condotta dall’Ufficio Studi della CGIA ha rivelato una serie di inefficienze nella Pubblica Amministrazione italiana, ciascuna delle quali ha impatti economici rilevanti. Esaminiamo più approfonditamente queste criticità.
Costi burocratici alle imprese
Il rapporto evidenzia che le imprese italiane devono sostenere un costo annuo di 57,2 miliardi di euro per gestire i loro rapporti con la Pubblica Amministrazione. Questi costi elevati sono indicativi di una burocrazia eccessiva e di procedure complesse che, oltre a rappresentare un onere finanziario, possono rallentare l’operatività delle imprese.
Debiti commerciali della PA
Secondo Eurostat, la Pubblica Amministrazione accumula debiti commerciali verso i fornitori per un ammontare di 49,5 miliardi di euro. Questo dato suggerisce una gestione finanziaria inefficace e ritardi nei pagamenti, con possibili impatti negativi sulla sostenibilità finanziaria delle imprese che forniscono beni e servizi.
Lentezza della giustizia
La lentezza del sistema giudiziario italiano, secondo le stime del ministro della Giustizia Carlo Nordio, costa al Paese 2 punti di Pil all’anno, equivalente a 40 miliardi di euro. Questa inefficienza compromette non solo l’accesso alla giustizia, ma ha anche un impatto economico significativo, scoraggiando gli investimenti e rallentando la risoluzione di controversie commerciali.
Inefficienze nella sanità e nel trasporto pubblico
Le inefficienze nel settore sanitario, stimato in 24,7 miliardi di euro, e nel trasporto pubblico locale, valutato in 12,5 miliardi di euro, contribuiscono a ulteriori oneri economici. Questi sprechi indicano una gestione inefficiente delle risorse pubbliche, con possibili conseguenze sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Con meno sprechi, forse, avremmo anche meno evasione
Il quadro dipinto dall’Ufficio Studi della CGIA suggerisce pertanto che l’ammontare dell’evasione fiscale in Italia potrebbe essere superato dagli effetti negativi derivanti dal cattivo funzionamento della Pubblica Amministrazione.
La tesi dell’Ufficio Studi suggerisce che ridurre gli sprechi potrebbe, paradossalmente, contribuire a contenere l’evasione fiscale.
Se la macchina pubblica fosse gestita in modo più efficiente e trasparente, ciò potrebbe tradursi in una maggiore fiducia da parte dei cittadini nel sistema.
Queste potrebbero essere alcune soluzioni utili per arginare il problema.
Recupero di risorse nascoste
Il recupero di risorse nascoste al fisco, ottenuto attraverso un’applicazione più rigorosa delle leggi fiscali e la prevenzione dell’evasione, potrebbe contribuire a fornire alla Pubblica amministrazione risorse aggiuntive. Questo, a sua volta, potrebbe essere utilizzato per migliorare i servizi pubblici, riducendo la necessità di elevati carichi fiscali sui cittadini.
Miglioramento del funzionamento della macchina pubblica
Il recupero di risorse e la riduzione degli sprechi potrebbero contribuire a un funzionamento più efficiente della macchina pubblica. La semplificazione dei processi amministrativi e la gestione oculata delle risorse pubbliche potrebbero rendere la Pa più reattiva e capace di erogare servizi di qualità in modo tempestivo.
Riduzione della pressione fiscale e stimolo alla fedeltà fiscale
La tesi avanzata suggerisce che un sistema fiscale più equo, sostenuto da una Pubblica amministrazione efficiente, potrebbe ridurre la pressione fiscale complessiva. La diminuzione del peso fiscale potrebbe a sua volta fungere da incentivo per la fedeltà fiscale, incoraggiando i contribuenti a rispettare gli obblighi fiscali senza ricorrere a pratiche evasive.
Il testo dello studio della CGIA Mestre
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it