casapound-bari-chiusa-sedeCasaPound Bari: chiusa la sede, 30 indagati per aggressione. Le accuse sono “ricostituzione del partito fascista” e “violenza e minaccia a pubblico ufficiale”.


Il provvedimento del tribunale di Bari al termine dell’indagine della Digos dopo l’attacco ‘premeditato’ ai manifestanti del corteo anti Salvini. La Procura: concreto rischio di nuovi agguati di stampo fascista.

 

Sono oltre 30 gli indagati dalla procura della Repubblica di Bari per quanto avvenuto nel capoluogo regionale il 21 settembre scorso, quando alcune persone, reduci da una manifestazione contro il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, furono aggredite da un gruppo di esponenti di Casapound, nel rione Libertà.

 

CasaPound Bari, chiusa sede e indagati membri

 

Sono indagate 35 persone: 28 militanti del movimento di estrema destra rispondono di riorganizzazione del disciolto partito fascistà e manifestazione fascista e dieci di loro di aver materialmente compiuto l’aggressione; sette manifestanti antifascisti sono invece accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale.

 

A incastrare i militanti di Casapound sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza. E quanto ritrovato nelle perquisizioni: dai manubri da palestra al busto di Benito Mussolini, dalla bandiera della X Mas al Mein Kampf di Adolf Hitler. A casa degli indagati sono stati trovati libri su Hitler e lo squadrismo, cartoline raffiguranti Mussolini e altre bandiere con l’aquila fascista.

 

Nell’ambito dell’inchiesta sono stati denunciati anche cinque manifestanti, per violenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

 

Riorganizzazione del Partito Fascista

 

La “riorganizzazione del disciolto Partito Fascista”, già oggetto della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, avviene ai sensi dell’art. 1 della Legge 20 giugno 1952, n. 645:

 

«quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.»

 

La legge n. 645/1952 sanziona chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.

 

È vietata perciò la ricostruzione del PNF, del PFR e del NSDAP. Ogni tipo di apologia è punibile con un arresto dai 18 mesi ai 4 anni.

 

La norma prevede sanzioni detentive anche per i colpevoli del reato di apologia, più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici

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