Carta Europea della DisabilitàLa Carta Europea della Disabilità (CED), anche detta Disability Card, è il documento europeo in formato tessera che certifica la condizione di disabilità e consente l’accesso a beni e servizi, pubblici e privati, in modo gratuito o con tariffe agevolate.

La CED rientra all’interno del più ampio progetto europeo “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030” adottato dalla Commissione europea nel marzo del 2021 e avente come obiettivo il mutuo riconoscimento dello stato di disabilità e la piena inclusione delle persone con handicap nella vita sociale e culturale della Comunità Europea.

Il Contrassegno unificato disabili europeo (CUDE) fa parte dello stesso progetto: ha lo scopo di facilitare la mobilità delle persone disabili in tutto il territorio europeo riconoscendo a queste il diritto di usufruire di agevolazioni nella circolazione e nella sosta dei veicoli al loro servizio.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla Carta Europea della Disabilità: che cos’è e come funziona, chi ne ha diritto e come richiederla in modo gratuito.

Disability card: che cos’è e chi ne ha diritto

La Carta Europea della Disabilità è un documento di riconoscimento che attesta la condizione di disabilità e permette l’accesso gratuito o agevolato a servizi e benefici nel settore dei trasporti pubblici, della cultura, dello sport e del tempo libero nei Paesi UE aderenti al progetto. L’elenco completo delle Convenzioni attualmente attive e quelle in fase di stipula in Italia e negli altri Paesi membri sono consultabili sul sito del Ministero per la Disabilità al seguente link.

La tessera sostituisce a tutti gli effetti i certificati e i verbali cartacei rilasciati a livello nazionale ed esonera il cittadino europeo disabile dal possesso di altre certificazioni. Sulla Carta sono riportati i dati anagrafici, la fotografia di riconoscimento e un QR-Code che consente ai diversi operatori di visualizzare le informazioni sanitarie aggiornate del possessore. Può essere utilizzata solo dal titolare e non è cedibile a terzi.

Possono richiedere la carta tutti coloro a cui è stata riconosciuta una disabilità media, grave e/o una condizione di non autosufficienza, appartenenti alle categorie individuate nell’allegato 3 del decreto del PCM n. 159/2013. Nello specifico la carta viene rilasciata a:

  • invalidi civili maggiorenni con invalidità certificata maggiore del 67%
  • invalidi civili minorenni
  • cittadini con indennità di accompagnamento
  • cittadini con certificazione ai sensi della Legge 104/1992, Art 3 comma 3
  • ciechi civili
  • sordi civili
  • invalidi e inabili ai sensi della Legge 222/1984
  • invalidi sul lavoro con invalidità certificata maggiore del 35%
  • invalidi sul lavoro o con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni dell’integrità psicofisica
  • inabili alle mansioni (ai sensi della Legge 379/1955, del DPR 73/92 e del DPR 171/2011) e inabili (ai sensi della Legge 274/1991, art. 13 e Legge 335/1995, art. 2)
  • cittadini titolari di trattamenti di privilegio ordinari e di guerra

Come richiedere la Carta Europea della Disabilità

La Disability Card può essere richiesta gratuitamente sul sito dell’INPS, tramite una procedura online. Le nuove modalità di richiesta e rilascio della tessera nel nostro Paese sono definite nella Circolare Inps 853/2022.

L’accesso al servizio deve essere effettuato tramite l’identità digitale SPID, la Carta d’identità elettronica CIE o la Carta Nazionale dei Servizi CNS. In fase di presentazione della domanda al richiedente è richiesto di allegare, e dunque caricare sul sito, una foto a colori e in formato tessera europeo che sarà successivamente stampata sulla Carta.

Una volta terminata la procedura, l’INPS verificherà l’effettivo possesso dei requisiti dichiarati. La carta viene realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e spedita direttamente a casa presso il domicilio indicato in fase di richiesta. La domanda può essere presentata anche tramite le seguenti Associazioni di categoria: ANMIC, UICI, ENS, ANFFAS.


Fonte: articolo di Martina Pietrograzia