carenza-infermieri-italiaLa denuncia all’interno di un comunicato stampa firmato dall’ULS (Unione Lavoratori Sanità): In Italia carenza di infermieri, rispetto la media Europea, “rischiamo più vittime della pandemia”.


La nuova Legge di Bilancio 2023 non contiene abbastanza misure e risorse per proteggere i cittadini più fragili: sono infatti 7 milioni gli anziani (over 75) residenti in Italia, di questi oltre 255mila sono già ricoverati in strutture.

Serve dunque potenziare il Sistema Sanitario Nazionale per garantire a tutti l’accesso alle cure e non creare insopportabili diseguaglianze tra chi potrà rivolgersi alla Sanità privata e chi no, tra chi avrà i soldi e chi no.

Un sistema sanitario che è ancora, purtroppo, in netta carenza di personale infermieristico.

A lanciare l’allarme è il Direttivo Nazionale ULS – Unione Lavoratori Sanità.

Carenza Infermieri: in Italia siamo molto sotto la media europea

Questo qui di seguito e il testo del comunicato stampa inviato alla nostra redazione, che riceve e pubblica.

Lanciamo un grido d’allarme per la carenza non più sostenibile di Infermieri dopo il rapporto Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) in cui si evince chiaramente che a mancare nella Sanità italiana non sono i Medici bensì gli Infermieri– affermano Anna Rita Amato e Antonino Gentile del Direttivo Nazionale ULS Unione Lavoratori Sanità.

Nel leggere con attenzione il documento ci si può rendere conto che in Italia il numero totale dei medici per abitante è superiore alla media dell’UE (4,0 rispetto al 3,8 per 1.000 abitanti), mentre impiega meno infermieri rispetto a quasi tutti i paesi dell ’Europa occidentale, presentando un gap di – 2,6 infermieri ogni 1000 abitanti rispetto alla media europea. Nel 2020 nel nostro paese operavano 6,2 infermieri per 1.000 abitanti, contro i 18 di Svizzera e Norvegia, gli 11 della Francia, i 13 della Germania e gli 8,2 del Regno Unito – aggiungono dal Direttivo Nazionale ULS.

Dopo anni scellerati di blocco delle assunzioni solo l’improvviso aumento del fabbisogno di personale (medici, infermieri e altro), determinato dalla emergenza pandemica, ha accelerato le dinamiche già messe in atto dal c.d. Decreto Calabria. Ma delle 83mila assunzioni legate alle esigenze derivanti dall’emergenza Covid19 solo 17mila sono state a tempo indeterminato; i restanti 66mila risultano essere stati assunti con contratti flessibili. Esempio plastico e imbarazzante della volontà di non potenziare concretamente il Servizio Sanitario Nazionale.

Grosse carenze (fino a 26.850 infermieri) si evidenziano se si considerano le stime del fabbisogno relative al personale infermieristico tenendo conto dello standard previsto dalla Riforma dell’assistenza territoriale contenuta nel DM 77/2022. Questa riforma ce la chiede l’Europa e ce la finanzierebbe pure qualora la si riuscisse a mettere in pratica.

Al futuro nuovo Governo chiediamo che si appunti da subito un cambio di passo a favore della Sanità, garantendo maggiori risorse economiche, sbloccando i concorsi per acquisire personale infermieristico a tempo indeterminato, aumentando concretamente i salari dei Lavoratori e non come le elemosine degli scorsi rinnovi contrattuali del pubblico e del privato, valorizzando gli operatori e garantendo loro dignità e sicurezza sui luoghi di lavoro. – concludono Amato e Gentile.

 


Fonte: ULS - Unione Lavoratori della Sanità