Le Nazioni Unite questa mattina hanno riconosciuto ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis in un voto espresso a Vienna dagli Stati Membri nel corso della Commissione droghe delle Nazioni unite (Cnd), l’organo esecutivo per la politica sulle droghe.
La cannabis è una pianta medicinale: lo ha stabilito l’ONU. In agenda c’era infatti il voto su sei raccomandazioni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Oms, ha adottato qualche anno fa e che volevano ricollocare la cannabis all’interno delle quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità.
La cannabis è una pianta medicinale: lo ha stabilito l’ONU
La cannabis risulta adesso quindi tolta dalla tabella 4, quelle delle sostanze ritenute più pericolose in virtù dei suoi impieghi terapeutici. Da notare che l’Ungheria ha votato contrariamente alla posizione comune dell’UE.
“La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici – dichiara Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni coordina la campagna Legalizziamo! -.
Il voto risulta importante anche perché le raccomandazioni dell’OMS si elaboravano sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili. Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale, come quelle delle Convenzioni ONU sulle droghe, non solo ai mutati scenari sociali e culturali ma anche alla luce del progresso scientifico.”
Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all’Unione Europea – ad eccezione dell’Ungheria – e alle Americhe hanno votato a favore, compresa l’Italia, raggiungendo la maggioranza di un solo voto, a quota 27. Gran parte dei paesi asiatici e africani, invece, si sono opposti.
Questo cambiamento faciliterà la ricerca scientifica sulla la cannabis, nota per i benefici nella cura del Morbo di Parkinson, della sclerosi, dell’epilessia, del dolore cronico e del cancro.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it