campagna vaccinale 1° settembreSiamo arrivati ad un punto importante per la lotta contro il Covid: ecco come cambierà la campagna di vaccinazione dal 1° settembre.


Campagna vaccinazione 1° settembre: lo stato di emergenza è ormai finito da tempo. Grazie alla campagna vaccinale e alle misure di prevenzione, l’emergenza Covid sembra ormai acqua passata.

Ma non bisogna abbassare la guardia, a causa delle numerose varianti che arrivano ciclicamente.

Sono, quindi, in arrivo nuovi vaccini per le varianti: vediamo allora come si articolerà la campagna vaccinale dal 1° settembre.

Campagna vaccinazione 1° settembre: i nuovi vaccini

Il prossimo 1° settembre e 5 settembre, l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) darà l’autorizzazione ai nuovi vaccini, ideati da Moderna e Pfizer.

I nuovi vaccini sono stati adattati alle varianti BA.1 e BA.4/5, per fornire una risposta immunitaria maggiore all’organismo. Mentre la protezione al virus originale, ovvero il ceppo Wuhan, rimane uguale ai vaccini precedenti.

La prossima settimana, arriveranno anche le indicazioni dell’Ema e dell’Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sulle modalità di somministrazione.
Si partirà dalle categorie prioritarie, ovvero over 60 e vulnerabili. Poi, la somministrazione sarà allargata ad una maggiore platea.

Campagna vaccinazione 1° settembre: il calendario della ripartenza

campagna vaccinale 1° settembreI nuovi vaccini dovrebbero arrivare entro fine settembre, appena dopo le elezioni per il nuovo Governo, ma l’organizzazione per la nuova campagna dovrà iniziare molto prima.

Ci si prepara ad un naturale aumento dei casi, in autunno e inverno, dopo la tregua estiva, che ha visto un notevole calo dei contagi.

La task force per la nuova campagna vaccinale spetterà al generale Tommaso Petroni, ma sarà il nuovo governo a dare indicazioni e ad istituire i nuovi hub vaccinali.

Campagna vaccinazione 1° settembre: cosa cambia per la quarantena

Sul banco delle discussioni, c’è anche la quarantena “light”: la proposta, infatti, è quella di accodarsi agli altri Paesi europei, per ridurre i giorni di isolamento dai 7 attuali a 5, ovviamente a fronte di un test negativo e solo se si risulta senza sintomi da almeno 48 ore.

C’è, però, chi propone l’abolizione del test, come avviene già negli Stati Uniti: se non ci sono sintomi, i positivi possono uscire di casa, con l’accortezza di indossare la mascherina Ffp2.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it