calabria-dipendenti-fondi-comunali-conti-correntiAccade a Savelli, un comune nella provincia di Crotone, in Calabria: i dipendenti si erano appropriati indebitamente di milioni di euro di fondi comunali e, con estrema nonchalance, li avevano trasferiti direttamente sui propri conti correnti.


Uno scandalo finanziario ha scosso il tranquillo comune di Savelli, nel crotonese, con l’emergere di un caso di peculato che ha portato all’indagine di tre individui, due dei quali dipendenti dell’ente comunale. L’accusa sostiene che avrebbero orchestrato un ingegnoso schema di frode, con l’ausilio di mandati di pagamento falsi, per sottrarre denaro destinato alle spese pubbliche e indirizzarlo verso conti personali o aziendali a loro collegati.

Scopriamo nello specifico cosa è accaduto e quale è stato il danno causato alle casse pubbliche.

In Calabria i dipendenti comunali di Savelli (KR) trasferivano i fondi pubblici sui propri conti correnti

Secondo quanto riportato sulle agenzie di stampa, il responsabile del settore finanziario assieme a un dipendente comunale e una terza persona non addetta ai lavori dell’Ente, sarebbero coinvolti in questa presunta truffa che avrebbe avuto luogo nel corso di un decennio, dal 2013 al 2023. Gli inquirenti hanno individuato circa 320 mandati di pagamento falsificati, attraverso i quali il denaro pubblico sarebbe stato deviato verso i conti bancari dei sospettati anziché essere utilizzato per il pagamento di servizi e utenze destinate all’ente comunale.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Crotone e dalla Compagnia di Cirò Marina hanno portato a risultati significativi, con il sequestro di una vasta gamma di beni per un valore totale di 2,8 milioni di euro. Questi beni includono terreni, abitazioni, gioielli e somme di denaro contante. In particolare, è stato individuato un complesso schema di riciclaggio di denaro illecitamente ottenuto, che coinvolgeva una società con sede a Milano e un bar situato a Firenze, entrambi collegati agli indagati.

L’indagine ha rivelato un coinvolgimento su più fronti, con l’operazione che ha toccato diverse località, tra cui Modena. Qui è stato perquisito uno studio commercialistico associato agli indagati, con il sequestro di una serie di risorse importanti, tra cui contanti, gioielli di valore e documentazione rilevante per l’inchiesta in corso.

Tutti i beni sequestrati sono ora sotto la custodia di un amministratore giudiziario nominato dalla Procura della Repubblica di Crotone, nell’ambito delle indagini in corso per far luce su questa frode ai danni del Comune di Savelli.

Che cosa si intende per peculato?

Il reato di peculato è un crimine che coinvolge l’appropriazione indebita di beni o denaro da parte di un pubblico ufficiale o di un incaricato di un servizio pubblico, nel corso dell’esercizio delle sue funzioni. In sostanza, si verifica quando un individuo incaricato di gestire o custodire denaro o beni pubblici ne fa un uso improprio a proprio vantaggio, violando il dovere di fedeltà e lealtà nei confronti dell’ente pubblico che rappresenta.

Il peculato può manifestarsi in varie forme, come:

  • l’uso personale di risorse pubbliche
  • la sottrazione di denaro destinato a fini pubblici
  • o la manipolazione di fondi o documenti per fini privati.

Quali sono le sanzioni per questo reato?

Il peculato è uno dei reati contro la pubblica amministrazione e rappresenta una delle forme più gravi di abuso di potere e corruzione nel settore pubblico.

È un delitto grave che mina la fiducia nell’amministrazione pubblica e danneggia la collettività, poiché compromette l’integrità e l’efficienza delle istituzioni.

Le conseguenze legali del peculato possono variare a seconda della giurisdizione e della gravità del caso, ma solitamente comportano sanzioni penali, tra cui l’arresto, la multa e la perdita dell’impiego pubblico. Inoltre, l’autore del reato può essere tenuto a risarcire integralmente il danno arrecato all’ente pubblico.

Nel Codice Penale italiano, il reato di peculato è disciplinato dagli articoli 314 e seguenti. L’articolo 314 stabilisce che il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o delle sue funzioni, compie atti contrari ai doveri d’ufficio, appropriandosi di denaro, beni o altre utilità che gli sono stati affidati per ragione del suo ufficio, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 258 a euro 1.549.

Inoltre, l’articolo 316 prevede che se il peculato è commesso da un incaricato di un pubblico servizio o da un depositario, o da un impiegato pubblico, che abusa della sua qualità o delle sue funzioni, la pena è aumentata con pene stabilite proporzionalmente al grado di coinvolgimento e gravità del fatto.

Perché si tratta di un fatto estremamente grave?

Il caso di peculato al Comune di Savelli non è solo un crimine contro l’ente pubblico, ma anche un grave tradimento della fiducia dei cittadini. Quando i dipendenti pubblici si arrogano il diritto di dirottare fondi destinati al bene della comunità a fini personali, si compie un’offesa non solo alla legge, ma anche ai principi fondamentali della giustizia e dell’integrità.

Il denaro pubblico sottratto illegalmente avrebbe potuto essere impiegato per migliorare i servizi essenziali, sostenere progetti di sviluppo locale o fornire assistenza ai cittadini più bisognosi. Invece, è stato dissipato attraverso un’azione fraudolenta, privando la collettività delle risorse che le spettano di diritto.

Questo tipo di comportamento danneggia profondamente la fiducia nella pubblica amministrazione e mina il tessuto sociale della comunità. I cittadini si affidano alle istituzioni pubbliche per garantire il loro benessere e la loro sicurezza, ma quando questa fiducia viene tradita da chi dovrebbe proteggerla, si crea un senso di sfiducia diffuso e di disillusione verso le istituzioni stesse.

Inoltre, il danno non si limita solo alla perdita materiale di risorse pubbliche, ma si estende anche alla reputazione dell’ente coinvolto e dei suoi dipendenti. Un caso di peculato getta un’ombra su tutta l’organizzazione, compromettendo la credibilità e l’efficacia delle sue attività future.

In conclusione, il peculato rappresenta un attacco diretto alla fiducia e all’integrità dell’ente pubblico, oltre a infliggere gravi danni ai cittadini che sono i veri destinatari dei servizi e delle risorse pubbliche. È essenziale che tali comportamenti vengano perseguiti con determinazione e che vengano adottate misure efficaci per prevenire il ripetersi di simili abusi di potere e corruzione.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it