calabria-cosi-e-se-vi-pareUn’intervista  al  commissario  per  la  Sanità  in  Calabria,  ex  Generale  Saverio  Cotticelli,  scatena  il finimondo e lo scandalo, come se nessuno se ne fosse mai accorto che la sanità calabrese fosse allo sbando.

Tutto  questo  rientra  nella  normalità  degli  eventi  grotteschi  in  Calabria  a  cui  tutti  assistiamo,  ma  aspettiamo  di  scandalizzarci,  come  fossimo  gli  spettatori  di  una  commedia  di  Pirandello,  dove  gli eventi  grotteschi  di  una  comunità  fatta  da  una  folla  dissociata  e  senza  via  d’uscita,  percepisce  l’impossibilità di raggiungere la verità dei fatti, date le molteplici interpretazioni della realtà che si possono dare.

Calabria … Così è (se vi pare)

Proprio come il tentativo di una comunità di capire se la follia sia del signor Ponza o della signora Frola, nella famosa commedia di PirandelloCosì è (se vi pare)”. In  questo  momento,  naturalmente  si  spara  sulla  croce  rossa,  disintegrando l’ex generare  Saverio  Cotticelli, dimenticando che qualcuno l’ha nominato e che qualcuno l’ha subìto negli ultimi due anni.

E se non ci fosse stata l’intervista, tutto sarebbe continuato come prima e più di prima. Quindi, noi spettatori, ci svegliamo solo quando viene montata la scena dello scandalo.

In  realtà  molte  domande  dovrebbero  nascere  spontanee.

Il problema della nomina

Di  solito  la  nomina  di  un  incompetente  (per essere buoni) nasce dall’incompetenza (anche qui bisogna essere magnanimi) di chi lo nomina. E la nomina è stata fatta da chi oggi partecipa allo scandalo. Purtroppo, la burocrazia comporta fare degli atti e gli atti di nomina di Saverio Cotticelli sono carta scritta da attribuire al primo e al secondo governo Conte.

Prima nomina del nostro eroe fatta dal ministro Giulia Grillo, con laurea in medicina e libera professione di medico-legale, poi confermato dal ministro Roberto Speranza con laurea in scienze politiche e un dottorato di ricerca in Storia dell’Europa Mediterranea. Due personaggi che management sanitario ne sanno quanto ne posso sapere io di letteratura del Tajikistan. Visto che la loro carriera si basa praticamente sulle nomine politiche e su incarichi nello stesso stile di Cotticelli.

Ci si dovrebbe anche chiedere, come ha fatto Saverio Cotticelli a diventare generale dell’Arma dei Carabinieri.

Perché  le  sue  risposte  all’intervista,  non  palesano solamente  una  sua  mancata  conoscenza   dell’organizzazione   sanitaria   di   una   regione,   ma   uno   scollamento   da   qualsiasi   ragionamento  logico  e  soprattutto  una  completa  strafottenza  rispetto  all’argomento,  oltre  ad  essere completamente impacciato a districarsi tra le sue stesse affermazioni che deve rivedere ogni trenta secondi.

Questo fa fare anche una considerazione su come vengono gestite le carriere all’interno dell’arma dei  Carabinieri,  che  sono  stati  sempre  sotto  tiro  di  barzellette,  ma  mai  pensando  che  potessero  essere così reali anche nei suoi vertici.

Undici  anni  di  commissariamento  della  sanità  calabrese

Ma  ancora  ci  si  dovrebbe  chiedere  e  porsi  tutte  quelle  domande  su  tutti  gli  undici  anni  di  commissariamento  della  sanità  calabrese.  Commissariamento  che  aveva  l’obiettivo  di  risanare  e  riorganizzare  il  sistema  sanitario  in  Calabria.  Non  mi  pare  che  sia  stato  raggiunto  nessuno  degli  obiettivi in questi undici anni e nessuno si è scandalizzato per questo. Neanche i nostri governatori e  consiglieri  regionali,  che  in  questi  anni  sono  stati  in  tutt’altre  faccende  affaccendati.

Come  ad  esempio pensare di fare assunzioni e distribuire incarichi proprio nell’  ultimo consiglio di commiato della Regione Calabria, per poter sistemare gli amici … anzi no, una volta si sistemavano gli amici, adesso  si  sistemano  gli  amici  imposti  dal  partito.

Non  c’è  neanche  la  capacità  di  fare  un  gesto  vergognoso di “primo grado” e sistemare i propri amici, ma si arriva anche a fare i lucida scarpe di partito,  etichettandosi  della  doppia  infamia.  Mentre  i  calabresi  sono  sempre  fermi  sulle  loro  poltroncine da teatro a guardare lo spettacolo, capaci solo di scandalizzarsi a comando.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare