buoni-pastoAnseb, Fipe, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil, Cittadinanza Attiva, Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Movimento Consumatori cheidono a Governo e Parlamento di approvare un ‘Buono pasto Act’ che preveda lo stop alle gare con ribassi economicamente insostenibili (fino al 20%) e un miglioramento della normativa specifica per il settore.

 

Un ‘Buono Pasto Act’ che tuteli il settore e garantisca gare più eque sul modello europeo con nuove regole. E’ la proposta – condivisa da Anseb, Fipe, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil, Cittadinanza Attiva, Adiconsum, Adoc, Federconsumatori, Movimento Consumatori – presentata a Governo e Parlamento nel convegno ‘Buoni Pasto, gare sostenibili ed eque per l’intera filiera’. Due i punti cardine della proposta: cancellare le gare con ribassi economicamente insostenibili che arrivano fino al 20% e mantenere e migliorare la normativa specifica per il settore dei buoni pasto, anche alla luce dell’imminente entrata in vigore della norma che incentiva l’utilizzo dei buoni pasto elettronici.

 

Oggi le gare d’appalto della P.a. e delle altre grandi società a partecipazione pubblica e privata, spiega l’Anseb, vengono gestite con la logica del massimo ribasso premiando chi presenta lo sconto maggiore sul valore facciale del buono, anziché valorizzare proposte sulla qualità reale del servizio. Per correggere le patologie del sistema, che penalizza il commercio al dettaglio e la Gdo in termini di commissioni elevate e i consumatori per le frequenti ricadute negative sulla qualità dell’offerta, Anseb sta lavorando anche con la grande distribuzione, Coop, Conad e associate Federdistribuzione, per definire un protocollo d’ intesa in grado di mettere in campo politiche e azioni congiunte. ”Chiediamo al Governo e al Parlamento di approntare un ‘buono pasto Act’ – dichiara Franco Tumino, presidente Anseb – che garantisca il mantenimento e il miglioramento di una legislazione specifica per il settore; la scelta fatta con la legge di Stabilità 2015 di portare a 7 Euro, a partire dal prossimo primo luglio, la decontribuzione per i datori di lavoro e la defiscalizzazione per i lavoratori per il solo buono pasto elettronico, si sta rivelando un potente motore di modernizzazione che faciliterà la trasparenza del sistema del buono pasto e che può rendere il nostro Paese il più avanzato in Europa in questo settore”.

 

Secondo Tumino, ”questa fase di trasformazione del mercato rafforza ulteriormente la necessità di una disciplina specifica del settore e di regole per gli appalti in grado di frenare ribassi insostenibili, perché con il 20% di sconto è impossibile assicurare sia l’equità per tutti gli attori della filiera che la salvaguardia del valore facciale del buono in mano al consumatore”. Per questo imprese, sindacati e consumatori chiedono che l’Italia utilizzi le possibilità date dalle nuove direttive europee sugli appalti che consentono agli Stati membri di escludere le gare al massimo ribasso per determinati settori.