Buoni Fruttiferi Postali e Tasso di Interesse: la Cassazione, con un recente provvedimento, rischia di tutelare solo lo Stato, a danno dei Consumatori. Ecco maggiori dettagli.
Fino a pochi giorni fa infatti, i risparmiatori potevano sentirsi protetti da una vecchia recente della Corte di Cassazione, che li tutelava da variazioni arbitrarie del tasso di interesse da parte dello Stato. Adesso non sarà più così.
Un recentissimo provvedimento messo in atto dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, infatti, spariglia parecchio i programmi (e anche i sonni tranquilli) di molti risparmiatori. Vediamo cosa cambia secondo la nuova Sentenza della Corte, la n. 3963 dell’11 Febbraio 2019.
Il caso
Il ricorrente evidenzia che, se pure i buoni postali furono sottoscritti nel 1982 e 1983, all’atto della loro riscossione la norma che prevedeva la facoltà del Ministro competente di variare il rendimento dei buoni in misura anche difforme da quella indicata a tergo dei buoni era stata abrogata. Rileva poi che dal D.Lgs. n. 284 del 1999, art. 7 si evince che le modalità di applicazione delle nuove norme ai rapporti in corso dovranno consentire una disciplina più favorevole ai risparmiatori.
Buoni Fruttiferi Postali, Tasso di Interesse: Cassazione fa discutere
Per quanto attiene alla conoscenza delle variazioni del tasso di interesse dei buoni fruttiferi postali questa viene a essere realizzata, secondo la Corte di appello, in seguito alla pubblicazione dei decreti ministeriali sulla Gazzetta Ufficiale e con la messa a disposizione, presso gli uffici postali, della tabella con i nuovi tassi di interesse.
Traendo le conclusioni, lo Stato può cambiare le regole del gioco in corsa, anche in modo retroattivo.
Il provvedimento dell’11 febbraio, emesso dalle Sezioni Unite della Cassazione, ha pertanto deciso che le Poste non sono obbligate a far firmare ai cittadini un’informativa che spieghi in modo dettagliato dettagli e rischi dell’operazione (compreso il fatto che il tasso d’interesse potrebbe variare in modo retroattivo), ma sarà per l’appunto sufficiente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle norme che disciplinano la collocazione dei Buoni.