Tra quelle che viaggiano su Tir e quelle che si spostano su rotaia, sono oltre 40 milioni le tonnellate di merci che ogni anno transitano lungo il Brennero.
Ed è evidente che se l’Austria dovesse ripristinare i controlli lungo questo valico a subire gli effetti più negativi sarebbe il settore dell’autotrasporto che “assorbe” oltre il 71 per cento del totale delle merci che entrano ed escono da questo confine. Per i Tir, così del resto come per i treni, si allungherebbero notevolmente i tempi di ingresso/uscita con ricadute economiche molto pesanti.
“Secondo uno studio redatto dall’associazione degli autotrasportatori belgi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ogni ora di lavoro nels ettore dell’autotrasporto costa mediamente 60 euro. Con un ritardo di sole 2 ore è stato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà, nel medio e lungo periodo, sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e di conseguenza sul consumatore finale”.
Il ripristino dei controlli al Brennero rischierebbero di colpire anche il sistema produttivo, soprattutto quello legato alle esportazioni del Nordest.
“I risultati negativi – dichiara il segretario della CGIA Renato Mason – investirebbero anche le imprese manifatturiere italiane e, in particolar modo, quelle del Nordest che lavorano con consegne giornaliere “just in time” verso i Paesi del nord Europa. A causa dei ritardi delle consegne potrebbero rischiare di pagare penali salatissime, con il pericolo di perdere anche le commesse”.
Si tenga presente che in Europa il 75 per cento del commercio intraeuropeo avviene su gomma e, secondo i dati di Alpinfo (anno 2013-ultimi disponibili) , sono 89 i milioni di tonnellate di merci che annualmente transitano su Tir lungo i principali valichi dell’arco alpino, così distribuiti:
Tonnellate di merci che transitano su Tir lungo i principali valichi alpini (2013)
Monte Bianco….………8,3
Gottardo……………….9,3
Frejus………………….10,0
Tarvisio…………………15,2
Ventimiglia……………..17,3
Brennero………………..29,0
Fonte: Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzero
Se dopo l’Austria anche altri paesi decidessero di ripristinare i controlli, l’abolizione dell’ area Schengen avrebbe delle ricadute molto negative sull’autotrasporto che, come accennavamo più sopra, nel lungo periodo potrebbe dar luogo alla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e il calo dei consumi interni.
A fronte di questo scenario, i costi complessivi per la nostra economia potrebbero oscillare tra un valore minimo di 4,8 e uno massimo di 9,8 miliardi di euro l’anno, a seconda dell’intensità dell’attività di controllo effettuata lungo i valichi di frontiera.