Tensioni nei negoziati tra Roma e Bruxelles sul PNRR: la Commissione UE continua a pressare l’Italia per mettersi in regola su asili nido e residenze universitarie.
Non c’è ancora una visione condivisa tra UE ed Italia in merito alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: restano ancora molte le zone d’ombra.
Già per quanto riguarda la terza rata è slittato il versamento dei 19 miliardi di euro attesi alla fine di dicembre, poiché Bruxelles contesta alcuni obiettivi mancati.
E ciò potrebbe influire negativamente anche sulla richiesta di erogazione della quarta rata.
Tra i punti più “caldi” troviamo le residenze universitarie, che per Bruxelles sono molto lontani dall’essere attuati e gli asili nido, con la Commissione UE che ha stoppato l’Italia sul fatto che aveva considerato come “nuovi” anche quelli legati a interventi di ammodernamento di strutture già esistenti.
Prosegue il braccio di ferro sul PNRR tra UE ed Italia: stallo su studentati e asili nido
In primo luogo una delle problematiche che ancora bloccano la terza rata del PNRR è legata alle verifiche che i tecnici europei stanno facendo sugli studentati (M4C1 Riforma 1.7).
Secondo i funzionari italiani i controlli a volte riguardano aspetti non sostanziali o semplici imprecisioni, come ad esempio la mancanza di dettagli sugli studenti beneficiari o aspetti che riguardano la destinazione d’uso degli immobili.
Come riportato dall’Osservatorio sul Recovery Plan, queste complicazioni hanno impegnato il governo italiano a intrattenere un dialogo lungo ai fini della misurazione dell’efficacia della misura. Da queste premesse, e con il fatto che il governo si sente in regola, si è formato uno stallo in cui lo stesso governo non vuole accettare il pagamento della rata senza i 300 milioni relativi agli studentati.
Inoltre ad alimentare ulteriori tensioni è la questione dei 264.480 nuovi posti negli asili nido.
La Commissione UE sta lavorando con l’Italia per garantire l’implementazione di questa misura. Sorgono problemi riguardo all’interpretazione della “riqualificazione” e della qualificazione dei “centri polifunzionali per i servizi alla famiglia”.
Tuttavia, i dati più recenti mostrano un alto tasso di completamento di circa il 90% delle assegnazioni per i Comuni che hanno aderito a Invitalia e per quelli che hanno proceduto autonomamente. In ogni caso, è già sul tavolo delle trattative con la Commissione europea l’ipotesi di dare ulteriori tre o sei mesi per completare il target.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it