alberghi bookingSaranno nulle le clausole che obbligano gli albergatori a non praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa tramite intermediari terzi, anche online: lo prevede il cosiddetto emendamento ‘ Booking’ di Tiziano Arlotti (Pd) al ddl concorrenza approvato quasi all’ unanimità dall’ Aula della Camera.

 

L’emendamento al ddl concorrenza é stato approvato pressoché all’ unanimità dall’ Assemblea di Montecitorio ed é stato sottoscritto dai rappresentanti di quasi tutti i gruppi parlamentari. Il governo si era rimesso all’ Aula. In base al testo approvato, gli alberghi potranno vendere sui propri siti internet le camera a un prezzo inferiore rispetto a quello esposto, per le stesse camera, sui siti di intermediazione, come ad esempio Booking.com.

 

L’emendamento dichiara “nullo ogni patto con il quale l’ impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendela Camera approva quasi all’unanimità ntemente dalla legge regolatrice del contratto”.

 

“E’ una decisione che dà ragione al mercato e al buon senso e si completa il percorso iniziato dall’ Antitrust ma timidamente lasciato metà”. A dirlo é il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, commentando l’ approvazione da parte dell’ Aula della Camera della norma che consente agli hotel di praticare prezzi più bassi rispetto agli intermediari online. “L’ Italia – dice Nucara – viene messa in condizioni di vedersela ad armi pari con il suo principale concorrente, la Francia, che già dal 7 agosto con la legge Macron aveva previsto un analogo provvedimento.

 

Se non ci fosse stata questa decisione avremmo continuato a patire lo squilibrio tra i grandi portali e i piccoli alberghi”. “Certo ora deve tutto passare al Senato – continua – e ci saranno i dovuti tempi tecnici, ma é un segnale politico che non può che lasciarci molto soddisfatti, é un segnale di attenzione grande per il nostro settore fatto per la maggior parte di piccole e medie imprese”. “Anche in Germania ci sono le stesse regole e poi abbiamo già davanti il caso della Francia dove Booking non é fallita. Non ci aspettiamo uno stravolgimento, ma solo più libertà ed efficienza. E’ un atto – conclude – che spinge tutti a lavorare meglio e ad esser più efficienti”.