Per agevolare le assunzioni al Sud, ci sono il Bonus Zes e la decontribuzione, ma come funzionano? Vediamolo insieme.


Uno degli obiettivi del Governo Meloni è quello di agevolare le assunzioni al Sud. Per farlo, ci sono due misure: il bonus Zes e la Decontribuzione Sud.

Come dichiarato dalla Presidente del Consiglio:

“Il Mezzogiorno riparte dalla competitività delle imprese che vi si insediamo e creano posti di lavoro, dalla capacità di attrarre investimenti strategici per l’Italia e l’Europa, dalla valorizzazione del proprio capitale umano, che si traduce in occupazione di qualità”.

Vediamo nel dettaglio queste due misure.

Bonus Zes e Decontribuzione Sud: le misure per agevolare le assunzioni nel Mezzogiorno

Il Governo vuole incentivare le assunzioni al Sud con due nuove misure: il Bonus Zes e la Decontribuzione Sud.
Ecco di cosa si tratta.

Bonus Zes

Il Bonus Zes prevede un incentivo all’assunzione per le imprese che si trovano nella Zona Economica Speciale (Zes) unica.
Questa zona comprende le seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

La misura è stata introdotta col decreto Coesione e si applica alle assunzioni effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025 nella Zes.

L’incentivo prevede un esonero (per un massimo di 24 mesi) del 100% dal versamento dei contributi previdenziale, per ogni assunto. Il limite è fissato a 650 euro su base mensile, con esclusione dei premi e dei contributi Inail.

Il numero delle nuove assunzioni è stimato a 40mila.
Possono usufruirne i datori di lavoro privati che occupano fino a 10 dipendenti nel mese di assunzione del soggetto per il quale è richiesto l’esonero.

L’assunto, inoltre, deve aver compiuto 35 anni, deve essere disoccupato da almeno 24 mesi e deve essere assunto in una sede o unità produttiva situate nella Zes.

Decontribuzione Sud

L’altra misura è la Decontribuzione Sud, prorogata dalla Commissione Europea fino al 31 dicembre 2024, ma solo per i contratti sottoscritti al 30 giugno 2024.

Nei primi quattro mesi del 2024, l’incentivo è stato applicato a circa 500mila nuovi contratti.
Prevede un esonero della contribuzione fino al 30% destinato alle aziende operanti al Sud.

La misura prevede una serie di vantaggi, tra i quali troviamo una riduzione dei costi del lavoro, in modo da favorire l’assunzione di nuovo personale e il miglioramento della competitività delle imprese, per poter favorire la crescita economica del territorio.

L’agevolazione è stata introdotta nel decreto Agosto del 2020, per poter contenere gli effetti del Covid-19 sul sistema economico italiano ed è stata estesa fino al 2029 dalla Legge di Bilancio 2021.
L’esonero è pari al 30% fino al 31 dicembre 2025, del 20% per il 2026 e il 2027 e del 10% per il 2028 e il 2029.

Per poterla richiedere, i datori di lavoro dovranno presentare domanda all’Inps, entro 30 giorni dalla data di assunzione del dipendente. Dopo aver presentato la domanda, l’Istituto verificherà la sussistenza dei requisiti richiesti.

Per poter applicare la Decontribuzione Sud, serviva l’autorizzazione della Commissione europea, ma il via libera è scaduto il 30 giugno scorso. Per questo motivo, l’UE ha deciso per il rinnovo fino al 31 dicembre 2024.

Non è ancora chiaro, però, se l’incentivo sarà prorogato anche per il 2025, poiché il Governo ha annunciato di volerci rimettere mano.