Arriva un nuovo contributo per le famiglie che assumono regolarmente i collaboratori domestici: ecco cosa sappiamo sul Bonus colf e badanti 2023.
Bonus colf e badanti 2023: tra gli obiettivi del Governo, da attuare nei prossimi mesi, c’è la regolarizzazione delle assunzioni dei lavoratori domestici, così come previsto dal Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025, adottato lo scorso 19 novembre 2022 ed entrato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 dicembre.
Così come si legge nel Testo, infatti, l’obiettivo è quello di ridurre il lavoro irregolare, a partire da
“azioni di semplificazione delle procedure che le famiglie sono tenute a seguire per adempiere ai propri obblighi di datori di lavoro e misure di incentivo (anche economico) per le famiglie all’utilizzo del lavoro regolare”.
In Italia, infatti, sono oltre 780’000 i lavoratori irregolari su un totale di 1,5 milioni di lavoratori domestici. Perciò è importante agire di conseguenza per ridurre, e poi eliminare, il lavoro irregolare.
Gli interventi principali saranno i seguenti:
- Semplificazione degli obblighi a carico delle famiglie che assumono;
- Incentivazione, anche economica, alle famiglie che instaurano rapporti di lavoro regolare.
Vediamo allora cos’è il Bonus colf e badanti 2023.
Bonus colf e badanti 2023: ecco cos’è
Tra le misure previste dal Piano, c’è anche l’introduzione di un nuovo Bonus, parametrato all’Isee familiare, che va a coprire il costo complessivo sostenuto per i lavoratori domestici.
Si tratterebbe di un aiuto mensile, che potrebbe funzionare come l’Assegno Unico per le famiglie e che sarebbe rivolto alle famiglie che assumono collaboratori domestici, con regolare contratto.
Il Bonus potrebbe essere erogato su base mensile e legato al valore dell’Isee (decrescente al crescere dell’Isee) della famiglia che assume.
Inoltre, potrebbe essere meno generoso per chi già percepisce assegni di accompagnamento e potrebbe non valere per chi ha ricevuto, in passato, sanzioni connesse ad irregolarità contributive.
Bonus colf e badanti 2023: la situazione attuale
Attualmente è attiva solo la deduzione fiscale dei contributi sociali pagati ai lavoratori domestici, fino al limite previsto. Essendo limitata solo ai contributi sociali, copre solamente tra il 10% e il 15% dei costi totali del lavoro sostenuto.
Questa e altre misure dovrebbero essere gestite tramite un portale Inps, dedicato alla registrazione e alla gestione dei rapporti di lavoro domestico. Il portale potrebbe così
“fornire in tempo reale risposte ai quesiti connessi alle diverse fasi cha vanno dall’instaurazione del rapporto di lavoro domestico alla sua concreta gestione”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it