Nel Decreto Aiuti è stata introdotta la possibilità, per il datore di lavoro, di erogare un Bonus benzina da 200 euro una tantum ai dipendenti: ecco come funziona.
Per il 2024, per contrastare il caro-carburanti, è disponibile usufruire del Bonus benzina da 200 euro.
La misura è stata introdotta dal Decreto Aiuti e si tratta di un bonus “una tantum”, ovvero che non può contare su una ripartizione nei mesi successivi.
Ma come funziona e chi può riceverlo? Vediamolo insieme.
Bonus benzina 200 euro: ecco tutti i dettagli
Il Bonus ha l’obiettivo di favorire gli spostamenti in auto dei lavoratori, che percepiscono un reddito annuo lordo inferiore ai 35mila euro e che sono penalizzati dagli aumenti dei carburanti.
Secondo un recente studio di Assoutenti, infatti, il prezzo del rifornimento (in modalità servito) ha già superato il tetto dei 2,5 euro al litro in alcuni distributori di benzina italiani. Un costo che è destinato a salire, soprattutto in concomitanza con le ferie estive.
Potranno beneficiare del Bonus tutti i lavoratori dipendenti del settore privato (in possesso del requisito del reddito), inclusi coloro che operano in studi professionali e in enti del Terzo Settore. Il voucher benzina potrà essere erogato anche ai lavoratori da remoto, con contratti di apprendistato e ai soci di cooperative di produzione e lavoro.
Come previsto dal Decreto legge n°165/2001, sono esclusi dal Bonus i lavoratori dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Il Bonus rientra nella categoria dei fringe benefit, perciò beneficia di una tassazione bassa o quasi nulla. Ma gli oneri contributivi previdenziali vanno versati.
L’agevolazione potrà essere cumulabile con gli altri contributi esentasse, erogabili entro la scadenza dell’agevolazione, fissata al 31 dicembre 2024.
L’erogazione sarà a discrezione del datore di lavoro. Questo perché la normativa regola i requisiti per ottenere il voucher, ma non impone alcun obbligo legale per la sua erogazione.
Se riconosciuto, il voucher dovrebbe arrivare direttamente nella busta paga del dipendente beneficiario.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it