A partire dal 2 gennaio 2025, le persone anziane non autosufficienti di almeno 80 anni potranno richiedere un nuovo bonus introdotto dalla recente riforma del Ddl Anziani.
Questa misura mira a migliorare la qualità della vita e l’integrazione sociale degli anziani, introducendo un contributo sperimentale destinato agli ultraottantenni con gravi necessità assistenziali.
Bonus anziani non autosufficienti per il 2025
La nuova Prestazione Universale rappresenta un aiuto economico erogato dall’INPS per il biennio 2025-2026. Questo intervento sostituisce l’indennità di accompagnamento prevista dalla legge n. 18 del 1980 e altre prestazioni analoghe.
Il contributo è strutturato su due componenti principali:
- una quota fissa equivalente all’indennità di accompagnamento
- e una quota integrativa, denominata “assegno di assistenza”, attualmente fissata a 850 euro mensili.
Da oggi, 2 gennaio 2025 si può richiedere il riconoscimento della nuova misura che vale questi appena citati 850 euro, da utilizzare per remunerare il costo della badante.
Si tratta dunque di un sostegno mirato agli anziani più fragili, ma richiede un’attenta gestione per garantire l’efficacia dell’intervento e il rispetto delle finalità per cui è stata istituita. Qui di seguito tutti i dettagli.
A chi è destinata?
La Prestazione Universale è riservata a una specifica categoria di anziani che si trovano in condizioni di particolare fragilità. I requisiti di accesso, stringenti e chiaramente definiti, includono:
- Età: solo gli over 80, quindi persone con almeno 80 anni compiuti, possono richiedere la prestazione.
- Gravità delle condizioni: è necessario che il richiedente sia classificato con un livello di bisogno assistenziale definito come “gravissimo”. Questa condizione implica un bisogno costante di assistenza per le attività quotidiane.
- ISEE sociosanitario: per garantire che la misura sia destinata alle persone più vulnerabili dal punto di vista economico, il valore dell’ISEE sociosanitario non deve superare i 6.000 euro.
- Indennità di accompagnamento: solo coloro che già ricevono questa prestazione economica possono accedere alla quota integrativa.
Modalità di erogazione e utilizzo
La Prestazione Universale si distingue per le modalità di erogazione e le specifiche di utilizzo:
- Inizio e durata: il contributo decorre dal primo giorno del mese in cui viene presentata la domanda. La misura è valida per l’intero periodo sperimentale, con termine fissato al 31 dicembre 2026.
- Importo non tassabile: il contributo non è soggetto a tassazione, né può essere pignorato, garantendo la piena disponibilità delle somme per gli aventi diritto.
- Destinazione dei fondi: l’importo può essere utilizzato in due modi alternativi:
- Retribuzione di assistenti domiciliari, purché i contratti siano conformi alla normativa vigente.
- Acquisto di servizi di cura qualificati da professionisti o imprese specializzate.
- Controlli e revoca: per evitare abusi, l’uso del contributo è soggetto a verifiche periodiche. Il mancato rispetto delle condizioni di utilizzo o il superamento dei limiti ISEE comportano la revoca della prestazione.
Come presentare la domanda?
La procedura per richiedere la Prestazione Universale è progettata per essere accessibile ma richiede attenzione ai dettagli:
- Inoltro della domanda: può essere effettuato tramite il portale dell’INPS utilizzando credenziali digitali personali (SPID, CIE o CNS) oppure con il supporto di enti di patronato.
- Documentazione necessaria: è fondamentale allegare i documenti che attestano il soddisfacimento dei requisiti anagrafici e sanitari.
- Valutazione: l’INPS effettuerà una verifica accurata delle condizioni del richiedente, supportata da una commissione tecnico-scientifica. La valutazione si basa su:
- Condizioni sanitarie: disabilità che necessitano di assistenza continua per 24 ore al giorno.
- Situazione sociale: analisi della rete familiare e assistenziale, misurata tramite un questionario specifico.
Accertamenti e parametri di valutazione
Per accedere alla prestazione, è indispensabile soddisfare entrambi i criteri principali:
- Condizioni sanitarie: la disabilità deve essere tale da richiedere supporto continuo. Questa valutazione è effettuata da medici specializzati in base alle cartelle cliniche e ad altri documenti sanitari forniti.
- Situazione sociale: l’analisi della rete familiare e assistenziale considera il grado di supporto disponibile e le condizioni generali del contesto abitativo del richiedente.
Pagamenti e rinuncia
- Erogazione del contributo: l’importo è suddiviso in due tranche:
- una quota fissa destinata alle spese di base;
- un assegno specifico per l’assistenza, che può variare in base al livello di bisogno.
- Possibilità di rinuncia: in qualsiasi momento, il beneficiario può rinunciare alla prestazione, comunicandolo formalmente all’INPS. Questa opzione garantisce flessibilità e autonomia ai destinatari.