Le auto che non hanno pagato il bollo verranno radiate dal Pra. Ma c’è sempre possibilità di fare ricorso perché la procedura, in realtà, non è perfettamente in regola con la legge che, seppur prevede tale possibilità, non è mai stata attuata con un decreto ministeriale. Questa la sorte che si profila per circa 420.000 automobili, di cui molte ormai vendute dall’iniziale intestatario.
L’Agenzia delle Entrate ha infatti individuato più di 420mila veicoli che risultato aver “ignorato” per più di tre anni il bollo auto. E così è scattata la cancellazione dal Pra in Lazio, Lombradia e Puglia. Il veicolo radiato dal Pra e non può più circolare, perché è come se non esistesse più. Il proprietario rischierebbe sanzioni molto serie, ben superiori al sequestro dell’auto: una multa da 419 a 1.682 euro e la definitiva confisca del veicolo.
Se il proprietario non dimostra di essere in regola con tre vecchi bolli consecutivi, scatti la cancellazione del veicolo dagli archivi del Pra da parte dell’Aci, che ne dà comunicazione al Dipartimento per i trasporti terrestri per il ritiro di targhe e “libretto” da parte delle forze dell’ordine. Ma c’è un ma: tutto questo dovrebbe avvenire secondo le modalità stabilite con un decreto ministeriale, mai arrivato.
In linea di massima la misura serve a ripulire gli archivi da veicoli non più circolanti o comunque ceduti. Questi ultimi rappresentano infatti anche un costo: pensiamo al caso dei proprietari che non interesse a fermare la radiazione e alla spesa sostenuta dalle Regioni per avvisi bonari, accertamenti e cartelle destinate a non andare a buon fine.
La situazione di oggi nasce dal sistema finora utilizzato, in cui convivevano gli archivi di Motorizzazione (con i dati tecnici dei veicoli e generalità del proprietario) e PRA (con i dati doppioni su proprietà ed informazioni tecniche). Pur viaggiando paralleli come i binari di un treno, nella pratica restavano disallineati: spesso chi acquistava un usato si registrava solo alla Motorizzazione (mettendo così a posto la carta di circolazione) ed ometteva la trascrizione al PRA, che comporta anche l’esborso di alcune centinaia di euro di imposta provinciale di trascrizione.
Non di rado, poi, l’acquirente in malafede non paga bollo e multe; i relativi addebiti continuano ad essere recapitati in prima battuta al precedente proprietario. Che così scopre che il passaggio di proprietà non è stato registrato e non ha strumenti ragionevoli per rimediare: l’articolo 11 del Dm Finanze 514/1992 (sulla «tutela del venditore») consente l’operazione, ma a sue spese.
La norma esiste da tempo, ma nella pratica è rimasta finora di fatto inapplicata. Il veicolo radiato dal Pra non può più circolare, perché è come se non esistesse più.