A livello globale i finanziamenti pubblici e privati per la tutela e lo sviluppo della biodiversità del pianeta sono aumentati del 136% in 10 anni.


Il significativo incremento dei fondi stanziati dai 32 Paesi aderenti al Development Assistance Committee (DAC) e degli investimenti privati rappresenta un importante passo in avanti nella lotta alla perdita della diversità biologica animale ma l’obiettivo è ancora molto lontano.

Ecco una sintesi dei dati riportati nei rapporti elaborati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) che evidenziano l’andamento degli investimenti globali in questo settore volti al raggiungimento dell’obiettivo 19 del Quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal.

Biodiversità e finanza: i dati del Rapporto OCSE

I due rapporti elaborati dall’OCSE “A Decade of Development Finance” e  “Biodiversity and Development Finance 2015-2022” mostrano un significativo aumento dei finanziamenti pubblici e privati finalizzati per la tutela e lo sviluppo della biodiversità del pianeta. Nell’ultimo decennio gli investimenti nel settore sono aumentati del 136%: si è passati da 10,9 miliardi di dollari annuali del 2015 ai 25,8 miliardi l’anno registrati nel 2022.

La quasi totalità degli finanziamenti è stata realizzata dai paesi aderenti al DAC, il Comitato per l’Assistenza allo sviluppo di cui fanno parte 32 paesi, Italia compresa, e da istituzioni e banche multilaterali che hanno fornito rispettivamente il 67% e il 33 % degli investimenti.  I paesi meno sviluppati e a basso reddito hanno ricevuto sovvenzioni da entrambi i tipi di fornitori.

Africa e Asia sono le regioni che hanno beneficiato maggiormente degli investimenti forniti dai paesi membri del DAC ma i fondi stanziati dagli Stati facenti parte del Comitato non sono stati equi: Stati Uniti, Germania e Francia hanno fornito circa il 73% degli investimenti totali.

Le azioni principali hanno riguardato la lotta alla deforestazione e la tutela della biodiversità ambientale. Tra gli esempi più virtuosi ed importanti troviamo il Global Forest Finance Pledge,  uno dei più importanti progetti globali avente come obiettivo di “fermare la perdita delle foreste entro il 2030”.

Il piano, avviato nel 2021 durante la COP26 e a cui hanno ufficialmente aderito 131 Paesi, prevede investimenti mirati in tutela e sviluppo delle foreste a livello globale. Nei primi due anni sono stati stanziati 5,7 miliardi di dollari, ovvero circa il 47% dell’obiettivo di 12 miliardi di dollari totali.

Biodiversità e finanza: raddoppiano gli investimenti ma gli obiettivi restano lontani

Il raddoppiamento degli investimenti avvenuto nell’ultimo decennio rappresenta un importante passo in avanti nella lotta alla perdita della biodiversità ambientale e animale del nostro pianeta, ma non è abbastanza.

L’obiettivo n.19 del Quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal è ancora lontano: 200 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.

È questa la cifra minima stimata per tentare di fermare la lenta, ma continua perdita della disponibilità e della qualità delle risorse ambientali essenziali per la sopravvivenza e il benessere di tutti gli esseri viventi.

Per invertire la rotta è necessario investire di più, rispettare e realizzare in breve tempo gli impegni presi a livello internazionale. Tra questi, l’Accordo di Parigi del 2016,  volto a limitare il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici i cui effetti devastanti sono oggi sempre più marcati ed evidenti ed interessano ogni angolo del nostro pianeta.

Il rapporto completo elaborato dall’OCSE Biodiversity and Development Finance 2015-2022 è consultabile scaricabile in formato PDF cliccando qui.

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Fonte: articolo di Martina Pietrograzia