floresta_prI sindaci affrontano ogni giorno per garantire benessere e crescita sostenibile alle comunità locali. Rimettere le persone al centro dello sviluppo dei contesti urbani, dal piccolo Comune al livello globale.


 

La sessione di apertura della seconda giornata di lavori dell’assemblea Anci entra nel vivo delle sfide che i sindaci affrontano ogni giorno per garantire benessere e crescita sostenibile alle comunità locali. Con uno sguardo nuovo, che scommetta sullo sviluppo e che coniughi coinvolgimento delle comunità e investimenti sul medio e lungo periodo (guarda la fotogallery).

 

L’alleanza fra piccoli e grandi centri per la sostenibilità ambientale

 

I temi ambientali rappresentano la chiave per connettere livelli e dimensioni diverse, dal Comune di poco più di cento abitanti alle grandi metropoli italiane ed europee. Condizioni diverse? Certo. Ma temi come la riduzione delle emissioni e dei rifiuti o la promozione di stili di vita sani per una migliore qualità della vita oppure la riduzione degli scarti alimentari, impongono un cambio radicale di passo e politiche su scala nazionale, europea e globale per affrontare i problemi su dimensioni diverse. Un orientamento rimarcato non solo dai piccoli comuni ma anche dal Governo, nella logica di una condivisione degli impegni per il raggiungimento di obiettivi che impattano in modo concreto sulla vita dei territori. “Voi sindaci siete lo strumento che l’Italia ha a disposizione per poter realizzare politiche innovative sulla riduzione delle emissioni, sui rifiuti e l’economia circolare” afferma rivolgendosi alla platea il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, che parla della necessità di condividere il benessere a partire da strategie di medio-lungo periodo che vedano i Comuni di ogni dimensione coinvolti nell’attuazione.

 

Dalla mobilità pulita alla lotta allo spreco alimentare: piccoli e grandi progetti per città sostenibili

 

“Ripensare i trasporti della quotidianità: devono diventare la nostra ossessione”. Il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio traduce in “7 miliardi per il ‘ferro’ e 7 miliardi per la ‘gomma’, già disponibili” la sua idea di investimento massiccio per realizzare quel “piano Marshall per la mobilità sostenibile” capace di riallineare la qualità degli spostamenti nelle città italiane a quanto avviene nelle città europee. Il miglioramento dell’ambiente urbano non passa solo attraverso grandi investimenti e progetti ma anche tramite impegni concreti su sfide quotidiane come il contrasto allo spreco alimentare, su cui Galletti e il presidente dell’Anci Antonio Decaro hanno firmato un protocollo per ridurre la quantità enorme di prodotti alimentari che finiscono tra i rifiuti, sia attraverso azioni di sensibilizzazione che attraverso il supporto ministeriale ai Comuni per l’introduzione di riduzioni tariffarie per le misure anti-spreco realizzate da soggetti pubblici o privati.

 

Le migliori esperienze realizzate dalle città diventano punto di partenza per politiche nuove su ambiente e qualità della vita.

 

“Le città possono fare molto di più di quello che possono fare le nazioni” sintetizza il sindaco di Udine Furio Honsell, che ha collegato l’impegno per la riduzione volontaria delle emissioni siglato con il Patto dei Sindaci a politiche per la salute e il benessere delle fasce deboli. Una connessione tra impegno per l’ambiente, salute e qualità della vita che non è banale, soprattutto a leggerla come possibile strumento per ridurre le diseguaglianze e favorire la partecipazione delle comunità alla costruzione di città più inclusive e resilienti.

 

Tragedia e opportunità: dopo il sisma, preservare un ‘sistema’ di resilienza

 

Una tragedia, certo, “l’evento più distruttivo dopo la seconda guerra mondiale”, per alcuni dei Comuni colpiti. Ma, dopo il dolore e mentre prende piede la ricostruzione, il terremoto può diventare anche un’opportunità. I sindaci di alcuni dei Comuni colpiti dal terremoto nel centro Italia lo hanno spiegato al giornalista Antonello Caporale, aprendo l’orizzonte del post-sisma a nuovi punti di vista: non più, non solo, le polemiche sulla ricostruzione, “ma soprattutto la necessità di ricostruire le comunità – ha detto il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi – perché oggi i miei concittadini vivono in moltissimi sulla costa: dobbiamo superare insieme la paura, tornare sui nostri territori”. Il pericolo, altrimenti, è quello paventato da Maurizio Mangialardi: “Rischiamo di ricostruire le case ma ritrovarci senza i nostri cittadini ad abitarle”. Del resto gli esempi di buona ricostruzione non mancano, dato che in Umbria “abbiamo già sperimentato un modello positivo, nel 1997 – spiega il sindaco di Narni Francesco De Rebotti – e sappiamo che il vero ostacolo da superare, spesso, è solo quello burocratico”. Ecco perché il primo cittadino di Macerata Romano Carancini lo dice chiaramente: “Questa del terremoto può essere una grande opportunità per il sistema Paese, sotto il profilo della resilienza rispetto a eventi straordinari come il sisma”.