crac bancheNella sede dell’Abi si è tenuto l’evento annuale che mette a confronto banche, imprese, istituzioni e consumatori. Su “Fare squadra per la ripresa” hanno dibattuto Confcommercio, Abi, Assofin e Confindsutria.

 

Presso la sede dell’Abi a Roma si è tenuto “Credito al credito 2015”, un evento cui hanno partecipato più di 70 relatori suddivisi in 11 sessioni nel corso delle quali sono state affrontate tutti i temi più rilevanti, da quelli normativi a quelli operativi e gestionali, in forma di confronto aperto, insomma, tra banche, imprese, istituzioni e consumatori.

 

Nella sessione plenaria si sono confrontati sul tema “Fare squadra per la ripresa” il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini, membro del Comitato Credito e Finanza di Confindustria, il presidente di Assofin Chiaffredo Salomone e Paolo Ferré, membro di giunta di Confcommercio-Imprese per l’Italia con incarico per il credito.

 

Globalizzazione dei mercati e reti digitali stanno trasformando radicalmente ed in profondità le filiere produttive e le abitudini di consumo, causando effetti dirompenti sulla competitività delle imprese. Questa esperienza interessa tutte le imprese e tra queste quelle del teriziario di mercato; se a questo andiamo ad aggiungere la gravissima crisi che ha colpito i mercati e l’economia in genere si crea una situazione tutt’altro che facile. Per uscire dal tunnel non basta sperare che la recessione 2008/2014 abbia termine.

 

Non possiamo attendere passivamente che la situazione si risolva da se, bisognerà diventare sempre più artefici del proprio futuro. Il futuro delle imprese sarà sempre più legato a fattori esterni e di natura infrastrutturale. I livelli di efficienza dei sistemi della logistica e dei trasporti, dell’energia, delle telecomunicazioni, delle pubbliche amministrazioni e non ultimo della finanza e del credito, rappresentano veri e propri fattori critici di successo per le imprese.

 

Questo percorso di generale efficientamento passa, ad esempio, per una revisione in chiave più attuale delle regole di ingaggio per l’accesso al fondo (è anche il parere delle altre componenti delle rappresentanze delle imprese, rete imprese italia e assoconfidi). In tal senso, sarà necessario tornare alle linee guida originarie del fondo di garanzia per le pmi nato per sostenere le micro e piccole imprese, soprattutto quelle in difficoltà, sino ad oggi invece, in gran parte, utilizzato su aziende il più delle volte sane e gradito in quanto consente di fare ponderazione e quindi minori accantonamenti.

 

Auspichiamo che sia rivisto il modello di intervento del fondo di garanzia per le pmi nel senso di riservare, in percentuale e in maniera modulare maggiori risorse alle imprese maggiormente in difficoltà, anche in questo caso valorizzando le capacità valutative proprie del sistema dei confidi.