banca-dati-affitti-breviDopo l’ok arrivato dal Ministero del Turismo si apre la strada alla banca dati centrale per gli affitti brevi: vediamo di cosa si tratta e quando potrebbe entrare a regime.


La Commissione Politiche per il Turismo della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, sotto la guida del Coordinatore Daniele D’Amario, ha emesso un parere favorevole al Decreto sull’interoperabilità delle banche dati per le strutture ricettive e il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli immobili destinati alle locazioni brevi a scopo turistico. Questo pronunciamento positivo apre la strada all’intesa tra Stato e Regioni riguardo al decreto sulla banca dati per gli affitti brevi.

Il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha accolto con favore questo risultato, sottolineando il lavoro intenso e collaborativo con le Regioni, le Province Autonome e gli esperti ministeriali. Questo passo è cruciale per definire il CIN e garantire l’interoperabilità tra le banche dati regionali e quella nazionale, un processo che richiederà un impegno significativo da parte di tutti i soggetti coinvolti.

Daniele D’Amario, coordinatore della Commissione Politiche Turistiche, ha evidenziato l’importanza di questo lavoro congiunto, sottolineando l’avvio di una procedura complessa per rendere interoperabili le banche dati regionali con quella nazionale. Tale processo implica un lavoro impegnativo ma necessario per migliorare la competitività del sistema turistico italiano.

Come funzionerà la banca dati per gli affitti brevi?

Dal primo settembre 2024, il Ministero del Turismo aprirà pertanto un portale per richiedere il CIN per tutti gli alloggi destinati agli affitti brevi. Questo segue l’istituzione del CIN, previsto dalla legge n. 191/2023, per le unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi. Il Ministero sta dunque, come abbiamo anticipato prima, lavorando per permettere il dialogo integrato con le banche dati regionali, iniziando con le Regioni più tecnologicamente avanzate che sosterranno la fase pilota della piattaforma.

La registrazione presso la banca nazionale faciliterà l’incrocio delle informazioni sugli immobili con i dati trasmessi alle Entrate, consentendo di individuare eventuali irregolarità rispetto agli immobili non registrati.

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) dovrà essere obbligatoriamente esposto all’esterno dell’edificio in cui si trova l’appartamento e dovrà essere indicato in ogni annuncio di locazione.

Sanzioni per chi non si adegua

Coloro che non aderiranno a questa regolamentazione saranno soggetti a sanzioni fino a 8.000 euro per la mancata indicazione del CIN nell’annuncio di locazione e fino a 5.000 euro per chi loca un appartamento senza questo codice.

Infine, è richiesto ai locatori di assicurare la sicurezza degli impianti e di provvedere all’installazione di dispositivi idonei per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, così come di estintori portatili conformi alla normativa vigente.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it