TfrIn busta paga ai nastri di partenza. Dal prossimo 3 aprile i lavoratori dipendenti (con eccezione dei dipendenti pubblici) potranno chiedere l’anticipo della liquidazione (pari al 6,91 per cento della retribuzione lorda) con lo stipendio secondo quanto previsto dal Dpcm 29/2015.


L’operazione Tfr, prevista dalla legge di stabilità 2015, è irreversibile ( si resta vincolati sino al 30 Giugno 2018) e può essere penalizzante fiscalmente e previdenzialmente.

 

Per chi presenterà la domanda ad aprile, l’erogazione della quota integrativa della retribuzione (Quir), partirà dal 1° maggio, cioè dal mese successivo alla presentazione dell’istanza. I dipendenti delle aziende con meno di 50 dipendenti, che accedono al finanziamento con la garanzia dello stato, dovranno attendere 3 mesi dalla formalizzazione dell’istanza. Pertanto, chi fa domanda ad Aprile, otterrà la liquidazione della prima rata dal 1° luglio.

 

Hanno diritto alla liquidazione anticipata del TFR tutti i dipendenti privati, eccetto gli statali, che abbiano una anzianità aziendale di almeno 6 mesi di servizio. E’ escluso il personale domestico, i lavoratori agricoli, o che abbiano iscritto nel registro delle imprese un accordo di ristrutturazione dei debiti o un piano di risanamento economico. Esclusi, inoltre, i dipendenti in cassa integrazione guadagni straordinaria o in deroga.

La Tassazione

L’operazione comporterà tuttavia che tali somme saranno soggette a tassazione ordinaria, con applicazione dell’aliquota marginale Irpef e delle addizionali, mentre sull’importo erogato a fine rapporto a titolo di TFR avrebbe subito la tassazione separata, che è una tassazione Irpef (escluse addizionali) agevolata in quanto si tiene conto del fatto che la somma è maturata nel corso del rapporto a fronte di un’erogazione differita al momento della cessazione.

 

Di conseguenza, immaginando una aliquota marginale media del 27 %, per ogni 100.000 euro da corrispondere ai dipendenti lo Stato chiederà 27mila euro di imposte.

A guadagnarci, sarà sopratutto lo Stato considerando che se il TFR restasse in azienda, o venisse trasferito alla tesoreria dell’Inps, le entrate dello Stato si attesterebbero ad un livello più basso.

 

Ad essere colpiti saranno anche i fondi pensione. Questi rischiano di perdere una delle piu’ importanti fonti di introiti costitutiti proprio dal TFR trasferito dai lavoratori dipendenti.

Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it)