autonomia-differenziata-dossier-senatoI tecnici dell’Ufficio bilancio del Senato, in un recente dossier, avrebbero bocciato il disegno di legge del ministro Roberto Calderoli dedicato all’autonomia differenziata: in seguito è arrivata una precisazione e una retromarcia sul documento.


Il servizio Bilancio del Senato ha infatti analizzato nel dettaglio e soprattutto nelle ricadute il progetto di legge: uno studio su cui, successivamente sarebbe arrivata una precisazione e una stessa retromarcia da parte dello stesso Ufficio Bilancio.

Ma scopriamo nello specifico cos’è successo.

Che cosa prevede la Riforma?

La nuova Riforma dedicata al tema dell’autonomia differenziata, o regionalismo asimmetrico, individua:

  • da un lato, i princìpi per l’attribuzione di funzioni alle Regioni che abbiano chiesto l’accesso a forme e condizioni particolari di autonomia
  • e, dall’altro, definendo le modalità procedurali di approvazione, modifica e cessazione di efficacia delle intese fra lo Stato e la singola Regione, assicurando il coinvolgimento del Parlamento.

Pertanto il nuovo DDL stabilisce gli obiettivi per l’attribuzione alle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, prevedendo che essa avvenga nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118 della Costituzione.

Infine il nuovo testo affronta anche il tema dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), prevedendo che ulteriori forme di autonomia possano essere attribuite alle Regioni richiedenti solo dopo la loro definizione.

La bozza di dossier del Senato boccia la Riforma per l’autonomia differenziata?

In sintesi secondo la prima bozza circolata ieri non sarebbe del tutto corretto affermare che la riforma dell’Autonomia differenziata non introdurrebbe nuovi costi per lo Stato e non creerebbe squilibri tra le Regioni più ricche e quelle più povere d’Italia.

Ieri pomeriggio questo documento, titolato “Il costo dell’Autonomia differenziata”, è stato pubblicato con un post su Linkedin dal profilo di Palazzo Madama.

Nello specifico secondo questo documento la riforma potrebbe ledere il «nucleo invalicabile di quei diritti civili e sociali», garantiti appunto dai Lep, i quali «devono essere assicurati su tutto il territorio nazionale, in modo da erogare a tutti i cittadini i servizi fondamentali, dalla sanità all’istruzione».

Il report dell’ufficio tecnico, inizialmente rilanciato come abbiamo anticipato sulla pagina LinkedIn del Senato è stato poco dopo rimosso, con una retromarcia dello stesso Bilancio tramite questo post:

Le accuse dell’opposizione

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa a seguito di questa rimozione sono arrivate le durissime reazioni da parte delle opposizioni.

Il senatore Alessandro Alfieri, responsabile Pnrr e Riforme per il PD, grida alla censura. “Ciò che sta avvenendo in Senato ha dell’incredibile. Si tratta di un atto molto grave, di vera e propria censura. La colpa di quel dossier era solo quella di evidenziare dati di fatto oggettivi: quel progetto rischia di creare diseguaglianze evidenti tra le diverse Regioni del nostro Paese penalizzando quelle più povere. In realtà, il dossier era stato già mandato per mail a tutti i senatori venerdì scorso, quindi ben 5 giorni fa. Ridicolo parlare di bozza”.

Il testo completo della bozza del Dossier

Potete consultare qui di seguito il testo completo di questa bozza di Dossier (segnata dai tecnici del Senato in modo evidente come BOZZA PROVVISORIA NON VERIFICATA).

 

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it