conferenza-futuro-europa-call-for-actionA sollevare i dubbi della Commissione UE nei confronti della Riforma sulla cosiddetta autonomia differenziata è un recente report dedicato all’Italia.


Negli ultimi tempi Il tema del riconoscimento di forme di «autonomia differenziata» ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione si è imposto al centro del dibattito sul rapporto tra Stato e Regioni.

Una questione che ha nel tempo generato contrasti ma che, secondo il Governo, non si deve considerare in alcun modo come lesiva dell’unitarietà della Repubblica e del principio solidaristico che la contraddistingue.

Tuttavia non sono mancate le stroncature a questo disegno di legge, come riportato in un famigerato dossier del Senato, poi fatto sparire dal web. Un documento che affermava che la riforma dell’Autonomia differenziata potrebbe introdurre nuovi costi per lo Stato e creere squilibri tra le Regioni più ricche e quelle più povere d’Italia.

Ma oltre alle critiche “interne” adesso arrivano anche quelle dell’Europa, che sembra non essere convinta da questo proposta normativa.

Autonomia differenziata, bocciatura dalla Commissione UE: ecco i motivi

La criticità maggiore segnalata dalla Commissione UE nel suo Report verterebbe attorno a questo punto: il disegno di legge Calderoli sostiene che l’autonomia sarà fatta a “costo zero” per lo Stato.

Secondo Bruxelles si tratta di un paradosso, poiché senza l’intervento statale sembra difficile colmare i divari tra le regioni ricche e quelle povere.

Inoltre se si trasferisce una parte della spesa pubblica a livello locale, lo Stato rischia di perdere il controllo delle uscite che, in pratica, stanno per diventare il parametro centrale della riforma del Patto di Stabilità.

Secondo quanto riportato dall’esecutivo UE nel proprio documento:

La legge richiede che questa riforma sia neutrale dal punto di vista del bilancio pubblico. Tuttavia, senza risorse aggiuntive, potrebbe risultare difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi in regioni storicamente a bassa spesa, anche per la mancanza di un meccanismo perequativo. Nel complesso, la riforma prevista dalla nuova legge quadro rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica“.

La risposta del ministro Calderoli

Tuttavia il ministro Calderoli ha accolto serenamente le critiche arrivate da Bruxelles. In una nota rilasciata dal Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie si riporta il seguente comunicato:

Sulle rilevazioni della Commissione Europea, in merito ai presunti rischi che l’autonomia differenziata porterebbe provocare in termini di aumento delle disparità e tenuta dei conti pubblici, fonti degli Affari Regionali fanno sapere che il ministro Calderoli è sereno.

Si prende atto di quanto viene scritto, sottolineando che si tratta di un singolo paragrafo all’interno del Contry report dedicato all’Italia e che risulta non solo sprovvisto di approfondimenti e analisi ma completamente basato su mere ipotesi. Da parte del ministro Calderoli resta ferma la volontà di portare a termine questo percorso, non con l’intento di acuire le disparità ma di invertire questa tendenza che il centralismo ha accentuato anno dopo anno.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it