Nella bozza della Legge di Bilancio 2023, il Governo Meloni ha inserito un aumento del 50% per l’assegno unico per i figli: ecco di cosa si tratta.
Aumento assegno unico figli: in attesa dell’eventuale approvazione della Legge di Bilancio (entro il 31 dicembre), possiamo vedere come il Governo Meloni abbia inserito diverse misure a sostegno delle famiglie, all’interno della manovra economica.
Tra gli interventi più decisi, c’è quello sull’Assegno unico, ovvero il sostegno economico destinato alle famiglie che hanno figli, a partire dal 7° mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni.
Nella Manovra, è stato indicato, infatti, un aumento del 50%: vediamo nel dettaglio.
Aumento Assegno Unico figli: la mossa del Governo
Anche l’Assegno Unico potrà godere dello stanziamento di un miliardo e mezzo di euro dell’esecutivo, per gli aiuti alle famiglie e alla natalità.
La misura prevede un aumento del 50% dell’Assegno per il primo anno di vita del bambino.
È prevista anche un’ulteriore maggiorazione del 50% per le famiglie con tre figli o più, per tre anni. Questa seconda maggiorazione, però, varrà solamente per i nuclei famigliari con un Isee inferiore a 40mila euro.
Come detto dalla premier Giorgia Meloni:
“La natalità è il primo punto del nostro programma perché se continuiamo a guardare all’oggi e non al domani, come fatto in passato, niente si sostiene più”.
Aumento Assegno Unico figli: come varieranno gli importi
Si ricorda, inoltre, che l’Assegno è progressivo e il suo importo cresce al diminuire del valore dell’Isee.
L’Assegno può variare da un minimo di 50 euro al mese fino ad un massimo di 175, per ogni figlio minorenne a carico. Per quanto riguarda, invece, i figli con un’età compresa tra i 18 e i 21 anni, l’importo va da un minimo di 25 euro al mese fino ad un massimo di 85.
Le modifiche porteranno il valore minimo dell’Assegno unico a 75 euro, mentre quello massimo arriverà fino a 262,5 euro, aumentando di 87,5 euro.
Inoltre, il valore dell’Assegno potrebbe crescere di valore, a partire da gennaio, con una correzione in base all’inflazione, che potrebbe superare il 7,3%.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it