Si è verificato, nelle scorse settimane, un pesante attacco informatico a un’azienda di Bologna. Che però ha deciso di non cedere al ricatto, denunciando l’accaduto. Ecco cosa è successo.
Attacco informatico Azienda Bologna. Il cyberattack ha paralizzato le attività aziendali, ma la società non ha ceduto al ricatto e ha avvertito la Polizia postale.
Attacco informatico ad Azienda di Bologna
Ad essere colpita dall’attacco informatico rivolto ad un’azienda di Bologna è stata la ditta Bonfiglioli Riduttori, specializzata nella componentistica meccanica di precisione, vittima di un attacco di tipo ‘ransomware‘. Si tratta di Virus che tengono in ostaggio dispositivi o dati chiedendo in cambio del ‘rilascio’ il pagamento di ingenti somme di denaro.
Chi compie l’attacco infatti chiede sempre un riscatto in cambio del ‘rilascio’ delle macchine. Il virus ha il nome, in questo caso, di una divinità tratta dal manga Death Note, vale a dire Ryuk.
Questo ‘cryptolocker‘ ha criptato alcuni file chiave per l’azienda chiedendo, per renderli nuovamente accessibili, il pagamento di un riscatto 350 Bitcoin, pari a circa 2, 4 milioni di euro.
In poche ore, l’attività di vari stabilimenti nel mondo di Bonfiglioli Riduttori è stata compromessa. Come a Forlì, dove la produzione si è fermata per un giorno.“
La Bonfiglioli Riduttori si rifiuta di pagare
E a questo punto l’Azienda, però, si rifiuta.
Non è la prima volta che il gruppo Bonfiglioli, cuore e testa bolognese ma stabilimenti e filiali in tutto il mondo, subisce un tentativo di frode informatica.
Una “bomba”, secondo il presidente e amministratore delegato Sonia Bonfiglioli che, non cedendo al ricatto degli hacker, ha deciso di avvertire la Polizia postale fermando l’attacco “grazie a immediate azioni di bonifica”.
Adesso l’indagine della polizia postale dovrà tentare di capire dove è stato inoculato il virus e chi ha manovrato l’attacco informatico. La Procura aprirà un fascicolo e sono ipotizzabili fin d’ora i reati di accesso abusivo a sistema informatico.