C’è stato un esteso attacco hacker a siti istituzionali e privati italiani, dopo la visita della premier Giorgia Meloni in Ucraina: ecco cos’è successo.
Gli hacker attaccano ancora l’Italia e lo fanno dopo che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è andata in visita a Kiev.
L’attacco è già stato rivendicato da un gruppo di hacker russi su Telegram.
L’Italia, quindi, continua ad essere funestata dagli attacchi hacker: l’ultimo è avvenuto solo qualche settimana fa, sempre verso siti istituzionali.
Vediamo cos’è successo nello specifico.
Attacco hacker siti istituzionali italiani: cos’è successo
È in corso un massiccio attacco hacker, a danno di diversi siti istituzionali e aziende private italiane. Tra i siti interessati dall’attacco, ci sono quelli di ministeri, imprese e banche, compresi quello dei Carabinieri, del Ministero degli Esteri, del Ministero della Difesa, ma anche di società come Tim, banca Bper e la società utility A2a.
A differenza di maggio scorso, però, quando diversi siti andarono in down (come quello del Senato e del Ministero della Difesa), stavolta le contromisure avrebbero funzionato, secondo le fonti investigative. A parte alcuni disservizi iniziali, infatti, gli hacker non hanno intaccato il funzionamento dei siti.
Sono scattate immediatamente tutte le procedure di sicurezza e sono stati bloccati tutti gli accessi provenienti da IP all’estero.
La Polizia Postale continua ad essere in contatto coi responsabili della sicurezza informatica di aziende e istituzioni e, insieme, stanno monitorando l’estensione dell’attacco.
Come confermato dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale:
“molti servizi sono stati ripristinati. È stata data un’allerta e il sistema di sicurezza ha reagito molto bene”.
Attacco hacker siti istituzionali italiani: chi c’è dietro l’attacco
L’offensiva è stata rivendicata da NoName su Telegram, afffermando di aver attaccato in risposta alla visita della premier Giorgia Meloni in Ucraina.
Gli attacchi sono nuovamente sotto forma di Ddos (Denial of service attack), che avvengono tramite un’offensiva coordinata di decine di migliaia di tentativi di accesso a dei siti simultaneamente, facendo collassare i server.
Dietro NoName, ci sarebbe un collettivo di hacker vicini ai servizi segreti esteri russi. Come spiegato da un report di Google Mandiant, i loro attacchi sono piuttosto sofisticati e difficili da prevedere.
Il gruppo è stato creato un anno fa, a marzo 2022, quando è iniziata la guerra in Ucraina. Fin da subito, si è reso protagonista di diversi attacchi hacker ad enti governativi e infrastrutture critiche, sia in Ucraina che nel resto d’Europa.
Come rivendicato su Telegram dal collettivo:
“Oggi continueremo il nostro affascinante viaggio attraverso l’Italia russofoba”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it