ritardo pagamenti assegno di inclusione maggio 2024A maggio 2024 sono stati riscontrati diversi pagamenti in ritardo per quanto riguarda l’Assegno di Inclusione: ecco cosa succede.


Lo scorso 13 maggio, col messaggio n°1816, l’Inps ha ufficializzato lo sblocco delle domande per l’Assegno di Inclusione, da parte delle famiglie che hanno persone maggiorenni in condizioni di svantaggio nel nucleo familiare.

Inoltre, ha anche comunicato che l’assegno di maggio sarebbe potuto arrivare con un leggero ritardo, rispetto al solito. L’erogazione solitamente avviene tra il 26 e il 27 del mese.

L’Assegno di Inclusione è una delle due misure di sostegno (insieme al Supporto per la formazione e il lavoro) che è andata a sostituire il Reddito di Cittadinanza.

Il valore del contributo varia a seconda dell’Isee e della composizione del nucleo familiare ed è erogato direttamente sulla Carta di Inclusione ADI, una card prepagata.
Vediamo allora cosa sapere sui ritardi del mese di maggio.

Pagamenti in ritardo a maggio 2024: quando arriverà l’Assegno di Inclusione?

Come sappiamo, se si tratta del primo pagamento, l’Assegno di Inclusione è erogato il 15 del mese. Mentre, per ogni rinnovo successivo, l’erogazione scala al 27 del mese.
A causa dei ritardi, però, l’erogazione per i rinnovi potrebbe ritardare di un paio di giorni, anche se alla maggior parte dei nuclei familiari dovrebbe arrivare oggi, 28 maggio 2024.

Nel mentre, le amministrazioni comunali stanno procedendo coi controlli sulle condizioni di svantaggio, ma anche questi stanno subendo alcuni ritardi.
I nuclei familiari che percepiscono l’Adi da gennaio, ovvero quelli che rischiano lo stop del beneficio, in caso di mancata “presa in carico”, sono circa 300mila.

Dal mese di aprile 2024, sono state poste in pagamento le domande per le quali non sia stato comunicato all’Inps, da parte delle amministrazioni interessate, l’esito delle verifiche delle condizioni di svantaggio e dell’inserimento in un programma di cura e assistenza, entro i 60 giorni dalla comunicazione da parte dell’Istituto.

Come si legge nella nota Inps:

“Con riferimento al servizio di ‘Validazione delle certificazioni ADI’ rilasciato per gli operatori delle ASL, si ricorda che l’operatore della Struttura sanitaria, accedendo al servizio, deve verificare e attestare se le indicazioni riportate siano ‘Valide’ o ‘Non Valide’”.

Le richieste possono essere riferite alla verifica della sola condizione di svantaggio o dell’inserimento nei programmi di cura e assistenza oppure ad entrambe.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it