Ancora una realtà frammentata tra strutture regionali quella della telemedicina in Italia, con un nord tendenzialmente più all’avanguardia nell’adozione di nuovi strumenti e servizi online. Sulle opportunità, i rischi e le regole 2.0 della sanità in rete, si è concentrato il confronto tra esperti del settore e Istituzioni coinvolti questa mattina nel convegno formativo “Internet e salute: telemedicina, l’innovazione nel servizio sanitario” presso la sede di Federfarma, in via Emanuele Filiberto 190.
L’evento è stato organizzato dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) nell’ambito del progetto “Consumatori 2.0 – radicamento e interattività”, realizzato da cinque associazioni dei consumatori (Assoutenti, Codacons, Confconsumatori, MDC e Unione Nazionale Consumatori) e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di semplificare l’accesso ai diritti dei cittadini attraverso le nuove tecnologie e che ha visto MDC particolarmente impegnata sulla promozione della telemedicina.
Migliorare le prestazioni sanitarie e ridurre i costi per offrire ai pazienti un maggior controllo delle proprie cure senza limiti di tempo e spazio è quanto fissato all’interno del Piano d’azione europeo “Sanità elettronica 2012-2020”, che le Istituzioni italiane stanno recependo anche attraverso il lavoro delle Commissioni Parlamentari e che si è tradotto in una serie di iniziative nazionali e nelle Linee Guida sulla telemedicina del Ministero della Salute.
Il nostro Paese infatti è ancora molto indietro rispetto al resto d’Europa, ma non mancano le best practices rappresentate da strutture sanitarie e Regioni che portano i medici direttamente in rete o consentono ai pazienti di accedere ai servizi online. È soprattutto a nord dello stivale che si registrano esperienze e progetti validi di telemedicina, a rivelarlo la Mappa dei servizi di telemedicina realizzata dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) in collaborazione con le Asl territoriali.
Il monitoraggio ha coinvolto un campione totale di 139 Asl portando alla luce una realtà nazionale estremamente frammentata sugli effettivi servizi offerti ai cittadini come il cambio medico, i referti e il pagamento online, la cartella clinica elettronica, la possibilità di prenotare e disdire visite. Strutture altamente specializzate sono state individuate soprattutto in regioni del nord come l’Emilia Romagna il Veneto e il Trentino Alto Adige, mentre una situazione mediocre si registra al centro, con siti web poco aggiornati e pochi servizi online.
Insufficiente invece l’adozione di strumenti di telemedicina al sud, che vede ultime Molise e Basilicata, dove la maggior parte delle Asl non ha neanche un sito web di riferimento e dove l’unica eccezione è rappresentata dalla Puglia che, attraverso siti e piattaforme web, offre servizi altamente informatizzati.
Secondo il parere degli esperti le nuove tecnologie al servizio della salute potrebbero non solo ottimizzare e semplificare il lavoro di medici e operatori sanitari, ma offrire maggiori garanzie sulla qualità del servizio ai pazienti, un migliore monitoraggio delle patologie e un notevole risparmio in termini di mobilità e prestazioni. Non mancano le criticità su cui si sta concentrando il dibattito attuale quali il rispetto della privacy, una scarsa formazione degli addetti ai lavori unita alla percezione che si tratti di un costo e non di un investimento, l’adeguatezza delle tecnologie e della banda larga.
È ancora molta la strada che l’Italia deve fare per offrire adeguati servizi di telemedicina ai cittadini, non mancano tuttavia iniziative, progetti e sperimentazioni che costituiscono delle vere e proprie best practices nel nostro Paese e che andrebbero sostenute ed estese a livello nazionale. Proprio l’innovazione e l’impatto sociale sono stati oggetto del Premio “E-Health – Salute&Innovazione 2015” che, a fine convegno, ha valorizzato le eccellenze italiane nell’adozione di strumenti di salute online.
La Giuria ha infatti selezionato, tra i candidati al premio, le tre strutture del Centro Cardiologico Monzino, della Sis Consulting e Telecardiologia Alto Friuli, che si annoverano così tra le best practices di questa prima edizione.