Nell’ approfondimento curato dal Dottor Giuseppe Mondello analizziamo i vantaggi di un approccio manageriale alle nuove politiche urbane e allo sviluppo.
La pratica della programmazione negoziata ha inaugurato una nuova linea di politica economica territoriale: ci si allontana sempre più dai meccanismi di sostegno economico statale allo sviluppo, e si cominciano a diffondere nuovi interventi per lo sviluppo territoriale, non strettamente collegati all’attività urbanistica ma più orientate verso strategie attuative legate alla concertazione ed alla programmazione negoziale.
L’approccio manageriale agli strumenti di programmazione negoziata si rende necessario poiché questi ultimi, caratterizzati dalla loro orizzontabilità, ossia il prevedere l’avvio dal basso di una programmazione socioeconomica che coinvolge attraverso modalità concertativo negoziali, un elevato numero di attori rispondendo appieno alla logica dello sviluppo endogeno di tipo bottom – up (dal basso), poiché si prevede la raccolta e selezione di progetti di investimento e si concretizza attraverso una serie di raccordi formali tra diversi soggetti.
L’approccio direzionale, manageriale, sussidiario, è dunque utile alla pianificazione delle politiche urbane e di sviluppo.
In Italia è la Legge 662/96 a costituire il principale riferimento legislativo della programmazione ed
individua una dettagliata ed articolata disciplina per ciascuno degli strumenti che lo compongono.
Per poter meglio comprendere il contenuto più innovativo e la comparsa della disciplina negoziale nell’ordinamento italiano, è infatti opportuno conoscere il quadro culturale normativo entro il quale è maturata l’idea stessa di programmazione negoziata.
Ed è questo l’obiettivo principale del paper di approfondimento odierno, curato ancora una volta dal Dottor Giuseppe Mondello.
Il testo completo del Paper
A questo link potete leggere e consultare il testo completo del paper sull’argomento a cura del Dott. Giuseppe Mondello.
Fonte: articolo del dott. Giuseppe Mondello, SRR Messina