Sono arrivate nuove conferme dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla corretta applicazione del D.Lgs. 36/2023 in materia di appalti integrati. Con il parere n. 3289 del 27 febbraio 2025, il MIT ha chiarito un aspetto cruciale: sia il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) sia il progetto esecutivo devono essere verificati da organismi accreditati.
Una precisazione che arriva in un momento di forte accelerazione degli interventi finanziati con fondi PNRR e PNC, dove l’appalto integrato rappresenta una leva strategica per ridurre i tempi di realizzazione. Ma quali sono gli obblighi per le stazioni appaltanti?
Le regole per gli appalti sopra i 5,5 milioni di euro
Secondo il D.Lgs. 36/2023, la verifica dei progetti da parte di soggetti terzi accreditati è obbligatoria per lavori di importo pari o superiore a 20 milioni di euro. Tuttavia, nei casi di appalti integrati, la soglia si abbassa a 5.538.000 euro.
Il parere del MIT risponde a un quesito specifico: nel caso di un appalto integrato di importo pari o superiore a tale soglia, deve essere verificato solo il PFTE o anche il progetto esecutivo?
La risposta è chiara: entrambi i livelli progettuali devono essere sottoposti a verifica da parte di organismi accreditati UNI CEI EN ISO/IEC 17020.
Cosa dice la norma sugli appalti integrati?
Il MIT richiama due articoli chiave del Codice degli Appalti:
- Art. 42, comma 1:
- La verifica del PFTE deve essere completata prima dell’avvio della procedura di affidamento.
- La verifica del progetto esecutivo, redatto dall’aggiudicatario, va effettuata prima dell’inizio dei lavori.
- Art. 34, comma 5, allegato I.7:
- Nei contratti che includono sia la progettazione che l’esecuzione, il progetto esecutivo dell’affidatario deve essere verificato prima dell’approvazione.
Quali conseguenze per il settore?
Questo chiarimento ministeriale sugli appalti integrati e la verifica dei progetti ha un impatto significativo su stazioni appaltanti, RUP e operatori del settore, chiamati a garantire il rispetto di tali obblighi per evitare contenziosi o ritardi. In un panorama sempre più attento alla trasparenza e alla qualità dell’opera pubblica, il doppio controllo sui progetti diventa un elemento di garanzia per la spesa pubblica e per la sicurezza delle opere realizzate.
L’obiettivo del legislatore è chiaro: evitare criticità nella fase esecutiva e assicurare che le opere finanziate, specialmente quelle con fondi PNRR, rispettino standard elevati di qualità e affidabilità. La sfida ora è far sì che queste regole vengano applicate con rigore, senza trasformarsi in un ulteriore ostacolo burocratico.
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