Appalti e Commissione UE: lettere di mora agli Stati membri. Le lettere di costituzione in mora sono state inviate a ben 15 stati membri dell’Unione Europea.
La Commissione ha deciso oggi di inviare lettere di costituzione in mora a 15 Stati membri (Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Romania, Svezia e Ungheria) in relazione alla conformità della loro legislazione nazionale alle norme dell’UE su appalti pubblici e concessioni. Gli Stati membri erano tenuti a recepire la nuova normativa (direttiva 2014/24/UE, direttiva 2014/25/UE e direttiva 2014/23/UE) nel diritto nazionale entro il 18 aprile 2016.
Le lettere odierne sono il risultato di un controllo di conformità effettuato dalla Commissione per verificare che le norme nazionali di recepimento fossero conformi alle direttive dell’UE. La stessa valutazione è in corso o sarà effettuata per gli altri Stati membri, nei quali il recepimento è stato completato con notevole ritardo (cfr. i casi deferiti alla Corte di giustizia dell’UE).
Gli Stati membri dispongono ora di due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di dar seguito alle lettere inviando un parere motivato.
Il codice dei contratti avrebbe posto molti minori problemi e non avrebbe bloccato bandi, appalti e fatturato delle imprese per anni, se appunto il legislatore avesse utilizzato l’accortezza di limitarsi ad un mero recepimento delle direttive, senza inserire le troppe farraginose e cervellotiche modifiche.
La modifica del codice è, come si suol dire “in agenda”: il Governo e la maggioranza lo affermano da sempre.