Quando lavorava in Canada, a Vancouver, Karin Venneri andava di tanto in tanto a sedersi al porto in attesa che arrivasse la nave con il carico di mozzarelle.
La nostalgia per l’Italia era fortissima. È anche per questo che, qualche anno dopo, è tornata in Italia e nel 2014 ha fondato insieme al suo socio Marcello Stani 1000 Italy, un’app che dà informazioni turistiche sull’Italia ai turisti stranieri.
Si trovano bellezze da visitare, ristoranti in cui pranzare, negozi in cui fare shopping, luoghi da non perdere, eventi, orari, prezzi e altri dati utili per chi viaggia e vuole andare alla scoperta di ciò che di meglio il nostro Paese ha da offrire.
Sia Karin, che ora ha 31 anni, che Marcello, 35enne, sono calabresi. L’idea di creare un progetto imprenditoriale legato al turismo incoming in Italia è nata a Milano durante un aperitivo. La società però è stata fondata a Londra, ha un team di 7 persone e tre sedi operative: Roma, Milano e Cosenza.
La particolarità dell’app, disponibile per iOS e Android in italiano, inglese, tedesco, russo e cinese (dal 12 maggio), è che a suggerire i posti del Belpaese che meritano di essere scoperti è una comunità di ambassador che vivono in Italia e conoscono direttamente i territori di cui parlano, gli Italy lover. Al momento, sono circa 600 gli Italy lover accreditati e il numero è destinato a crescere anche perché per candidarsi come ambassador basta andare sul sito di 1000 Italy o sull’app e proporsi: poi sono la qualità dei contenuti suggeriti e la rete degli altri Italy lover a valutarne il “lavoro”.
“L’ambassador è l’utente che viaggia in Italia alla scoperta delle chicche nostrane meno conosciute e raccomanda sempre il meglio, nel cibo, nell’arte, nello shopping o nel lifestyle”, dice a EconomyUp Karin Venneri. “Questo meccanismo è il cuore pulsante dei nostri contenuti, perché l’Italy lover non solo raccomanda in prima persona i posti, ma è protagonista, insieme agli altri, nella validazione delle raccomandazioni altrui, grazie alle novità tecnologiche introdotte nell’ultima release dell’app”.
Gli ambassador sono un punto di forza dell’app perché consentono anche di certificare i contenuti attraverso la logica del crowdsourcing e della verifica peer-to-peer. “Il sistema ci consente da un lato il coinvolgimento diretto degli italiani nella promozione turistica della loro terra e dall’altro ci permette di offrire al turista che scarica 1000 Italy (oltre 89 mila i download finora, ndr) un insieme di contenuti controllati e di qualità perché certificati dagli italiani stessi. Nel sistema di provider di servizi turistici, anche mobile, questa è una novità che risolve parecchie questioni in sospeso: prima tra tutte, la certificazione del contenuto proposto”.
Secondo la co-fondatrice, mettere in relazione Italy lover e turisti è un meccanismo win-win in cui “l’ambassador ci guadagna perché racconta i posti che ama di più e li rende visibili a chi altrimenti neanche li riuscirebbe a rintracciare, mentre il turista 3.0, interessato ad un’esperienza di viaggio autentica e certificata, ha la possibilità di scoprire l’Italia più vera, accompagnato “virtualmente” da amici italiani che lo fanno sentire accolto come un local”.
Per incentivare gli ambassador a raccomandare più cose e di maggior qualità, 1000 Italy ha introdotto un sistema di gioco che porterà ogni mese agli Italy lover più attivi e apprezzati una ricompensa. Non è specificato di che tipo di ricompensa si tratti ma, chiede retoricamente Karin, “facciamo turismo digitale: secondo voi, che ci guadagnano?”. A logica, quindi, il “premio” potrebbe essere un viaggio.
La startup, che ha ottenuto investimenti privati per 200 mila euro complessivi, ha avuto tra i suoi primi investitori Aldo del Bò (managing director Europe di Kaspersky Lab), Forexchange, il principale network di cambio valuta in Italia, e The Media Company.
Per la distribuzione, 1000 Italy segue varie strade. Per esempio, con le agenzie di cambio valuta come Forexchange c’è un accordo per promuovere l’app in modo diretto: ai clienti stranieri che cambiano il proprio denaro è proposto l’utilizzo di 1000 Italy come guida per il Belpaese.
Tuttavia, il modello di business della startup si sta evolvendo. “L’esperienza di un anno di lavoro – spiega Karin – ci ha insegnato che raggiungere l’utente finale ha un costo molto elevato oltre che un tasso di successo troppo difficile da mantenere: per questo il nostro piano operativo sta virando dal B2C in senso stretto al più accessibile B2B. Arrivare a quelle realtà che già lavorano con il turismo per proporre 1000 Italy all’interno del loro portafoglio prodotti: questo è l’obiettivo primario che ci siamo imposti in questi mesi”.
Ed Expo? Cosa può rappresentare per una società come 1000 Italy? “L’intenzione è quella di raccogliere il massimo da questa occasione per seguire nel futuro a vele spiegate. I russi sono stati il nostro mercato pilota, grazie a un canale di promozione esclusiva che ci ha favorito – e ci favorisce – in termini di visibilità”.
Quanto al milione di cinesi che potrebbe arrivare in Italia per l’Esposizione universale, Venneri e soci si sono attrezzati anche proponendo una versione dell’app in lingua. Ma trattare con questi turisti richiede attenzioni particolari: “I cinesi – osserva la co-fondatrice – sono un mercato particolarmente interessante, ma molto difficile da penetrare: il turista di questa nazionalità è molto digital ed estremamente incuriosito da un’esperienza di viaggio tipica e autentica. Il problema principale è che la penetrazione di questo mercato non può prescindere da un passaggio sui principali tour operator che li gestiscono: il viaggiatore si sposta con viaggi organizzati ma l’idea di avere un supporto mobile per facilitare una trasferta DIY-do it yourself può essere la variabile che fa la differenza. E noi di 1000 Italy stiamo lavorando in questa direzione”.