L’Antitrust è intervenuto in merito al dibattuto tema delle concessioni balneari, chiedendo lo stop alle proroghe delle concessioni balneari ai Comuni.
Basta ad ulteriori proroghe e rinnovi automatici: è questo il monito che l’Antitrust ha fatto ai Comuni, inviando il richiamo in una segnalazione all’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni.
Il “continuo ricorso” alle proroghe, infatti, viola i principi della concorrenza e “favorisce gli effetti distorsivi connessi ad ingiustificate rendite di posizioni attribuite ai concessionari”.
Ecco nel dettaglio.
Antitrust e concessioni balneari: basta alle proroghe dei Comuni
L’Autorità ha sollecitato gli enti
“affinché tutte le procedure selettive per l’assegnazione delle nuove concessioni siano svolte quanto prima e affinché l’assegnazione avvenga non oltre il 31 dicembre 2024″.
L’Antitrust, perciò, ha deciso di scendere nuovamente in campo contro le proroghe delle concessioni balneari.
Non si tratta della prima volta: lo aveva fatto già in passato, con pareri motivati ai singoli Comuni e rivolgendosi direttamente al Parlamento.
Ma oggi, dopo il primo sciopero degli stabilimenti balneari (avvenuto lo scorso 9 agosto), ha deciso di fare un richiamo più forte e deciso.
Nella segnalazione pubblicata sul proprio bollettino settimanale, l’Antitrust ha ricordato che il decreto Milleproroghe 2022 ha disposto la proroga fino al 31 dicembre 2024 delle concessioni in essere, prevedendo la possibilità di spostare ulteriormente al 31 dicembre 2025 “nel caso in cui le amministrazioni non riescano a completare nei termini le procedure di gare per motivate ragioni oggettive”.
Proprio per questo, molte amministrazioni hanno deciso di adottare provvedimenti di proroga, motivandoli con la complessità del quadro giurisprudenziale e normativo e l’impossibilità di espletare le gare prima del riordino delle concessioni e prima che arrivino chiarimenti.
L’Autorità ha contestato le motivazioni addotte dagli enti per giustificare le proroghe, giudicandole “infondate”. La normativa, infatti, consente di differire la durata delle concessioni solo in casi eccezionali e ben precisi, come l’impossibilità oggettiva di concludere una procedura selettiva già avviata.
“In nessuno dei casi esaminati – sottolinea l’AGCM – le amministrazioni avevano avviato una procedura selettiva”.
Anche il Consiglio di Stato si è espresso in linea con l’Antitrust, affermando che solo le proroghe “tecniche”, limitate al tempo strettamente necessario per lo svolgimento delle gare, possono essere considerate compatibili con il diritto dell’Unione Europea.
La segnalazione dell’Autorità rappresenta un chiaro segnale alle amministrazioni pubbliche, invitandole a rispettare le regole del mercato e a favorire l’ingresso di nuovi operatori.