Un conto salato quello presentato dall’Antitrust alla FIGC: multa pesante per irregolarità nel diritto di concorrenza nelle competizioni sportive.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente inflitto una pesante sanzione alla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) per aver abusato della propria posizione dominante nel mercato delle competizioni calcistiche giovanili e amatoriali.
Scopriamo più nel dettaglio le motivazioni che stanno dietro a questa decisione.
Che cosa rappresenta la FIGC in Italia?
La FIGC rappresenta l’organismo nazionale che regola e gestisce il calcio in Italia. Fondata nel 1898, la FIGC è responsabile dell’organizzazione, della promozione e dello sviluppo del calcio a livello nazionale. Essa supervisiona tutte le competizioni ufficiali di calcio, sia a livello professionistico che amatoriale, in collaborazione con le leghe, i club e le associazioni affiliate.
La Federazione italiana è inoltre affiliata alla FIFA (Federazione Internazionale di Calcio Associato) e all’UEFA (Unione delle Federazioni Calcistiche Europee), rappresentando l’Italia nelle competizioni internazionali e garantendo il rispetto delle normative e dei regolamenti di questi enti a livello nazionale. Inoltre, la FIGC promuove lo sviluppo del calcio giovanile, l’educazione sportiva e l’integrità nel gioco.
L’Antitrust multa la FIGC: abuso di posizione dominante
La sanzione, che ammonta a oltre 4 milioni di euro (4.203.447,54 euro), è stata motivata dall’accertamento di una strategia escludente messa in atto dalla FIGC a partire dal 1° luglio 2015.
Secondo quanto emerso dall’indagine condotta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) è stata ritenuta colpevole nel non avere stipulato le convenzioni necessarie con gli Enti di Promozione Sportiva (EPS) regolate dal CONI. Queste convenzioni sono essenziali per l’organizzazione di competizioni calcistiche agonistiche, e la mancata stipula da parte della FIGC ha avuto l’effetto diretto di escludere gli EPS dal mercato delle competizioni giovanili. Di conseguenza, la FIGC ha consolidato la propria posizione dominante nel settore, agendo sostanzialmente come un monopolista.
Inoltre, l’indagine ha rivelato che la FIGC ha interpretato in modo distorto il concetto di attività agonistica, estendendo questa definizione anche alle competizioni amatoriali organizzate dagli EPS per atleti di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Questa interpretazione errata ha comportato l’imposizione di restrizioni indebite agli EPS e alle Associazioni Sportive Dilettantistiche affiliate alla FIGC. Ad esempio, sono stati imposti requisiti come il doppio tesseramento e la necessità di ottenere una pre-autorizzazione per l’organizzazione di eventi, limitando così significativamente la capacità degli EPS di competere sul mercato delle competizioni amatoriali.
Queste pratiche hanno avuto l’effetto di distorcere la concorrenza nel settore, riducendo la libertà di scelta degli operatori sportivi e danneggiando il pluralismo e la diversità delle offerte nel panorama delle competizioni calcistiche giovanili e amatoriali in Italia. La sanzione rappresenta dunque un segnale chiaro contro comportamenti anticoncorrenziali e un invito alla trasparenza e all’equità nelle pratiche organizzative sportive in Italia.
Il testo del provvedimento
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it