antimafiaI dati sono contenuti nella Relazione conclusiva della Commissione antimafia relativa alla XVII legislatura, presentata ieri dal presidente Rosy Bindi alla presenza del Ministro dell’interno Marco Minniti.


Il sistema delle autonomie locali è stato pesantemente investito dalla criminalità organizzata in questi ultimi decenni. Parlano chiaro i dati contenuti nella Relazione conclusiva della Commissione antimafia relativa alla XVII legislatura, presentata ieri dal presidente Rosy Bindi alla presenza del Ministro dell’interno, Marco Minniti. Dal 1991 a oggi sono stati sciolti per mafia ben 291 enti locali, di cui 229 Comuni. Numerosi i Comuni sciolti due volte (42) o addirittura tre volte (13). Si tratta per lo più di enti di piccole e medie dimensioni. In 16 casi, soprattutto negli ultimi anni, lo scioglimento ha coinvolto città con più di 50 mila abitanti (Giugliano in Campania, Battipaglia, Marano di Napoli, Scafati).

 

Gli ultimi due casi riguardano Lamezia Terme, che ha circa 70 mila abitanti e Ostia, x municipio di Roma capitale, con oltre 200 mila abitanti. Nel 2013 è stata sciolta, per la prima volta, Reggio Calabria, città capoluogo di provincia. Risulta particolarmente colpito dal fenomeno il Mezzogiorno. La stragrande maggioranza degli scioglimenti è avvenuta in Campania e Calabria (rispettivamente 35% e 34%), seguite da Sicilia (24%) e dalla Puglia (circa 5%). Sono i dati contenuti nella relazione della commissione antimafia.

 

Limitati, invece, i casi di scioglimento nelle regioni del centro-nord (3 in Piemonte e Liguria, 2 nel Lazio, 1 in Lombardia ed Emilia-Romagna), sebbene, sottolinea la commissione, “sia ormai pacifica la consapevolezza del radicamento delle organizzazioni criminali anche al di fuori dei confini di tradizionale insediamento”.

 

Risultano particolarmente segnate le province di Reggio calabria (59 scioglimenti) e Napoli (55 scioglimenti), pari al 40% di tutti i Comuni di riferimento. Solo in questa legislatura sono stati sciolti nel complesso 64 enti locali, dei quali ben 26 negli ultimi 16 mesi, 34 scioglimenti soltanto in Calabria. Attualmente sono 29 le amministrazioni commissariate.

 

“Questi numeri- si legge nella relazione- segnalano la rilevanza e l’attualità di un fenomeno che va affrontato con estrema decisione, superando le criticità emerse, sia nelle fasi dei procedimenti di scioglimento che in quelle dei commissariamenti con una organica riforma della materia. La relazione sottolinea l’esigenza di non attendere le inchieste della magistratura, come per lo più avviene adesso, per avviare gli accessi ispettivi, ma di procedere in via autonoma, non appena vi siano indizi o fondati rilievi su possibili condizionamenti della criminalità organizzata”.