Un nuovo dispositivo progettato dalla grande società di e-commerce Amazon: un braccialetto elettronico da far indossare ai lavoratori dei suoi magazzini per rendere più efficiente il loro lavoro. Ed è scoppiata la polemica.
Ottimizzare il lavoro nei magazzini in cui si evadono gli ordini online con braccialetti “intelligenti” per i dipendenti in grado di monitorarne le attività: è l’idea brevettata da Amazon per velocizzare le operazioni di consegna. E in Italia scoppia la polemica sindacale e politica.
Lo scopo del bracciale, secondo i suoi creatori, è quello di rendere più veloce il processo di ricerca da parte dei dipendenti dei prodotti nei magazzini. Infatti, dopo l’effettuazione di un ordine, i dettagli verranno inviati al piccolo computer al polso del dipendente che dovrà andare a prendere il prodotto nel magazzino.
Il bracciale consentirà di puntare alla completa automazione del processo che va dall’acquisto alla spedizione dei prodotti, riducendo però gli uomini a propaggini di una procedura gestita da algoritmi e sensori. A destare dubbi c’è anche la questione relativa alla privacy, perché i movimenti di chi indossa il dispositivo sono mappati senza sosta.
La notizia è rimbalzata anche in Italia, dove il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha reagito ricordando che la nostra legislazione non ammette dispositivi di controllo, se non nell’ambito di accordi con i sindacati.
Amazon è spesso stata criticata per le condizioni di lavoro delle persone impiegate nei suoi magazzini, che hanno raccontato di essere sottoposte a turni molto serrati e ritmi a volte estenuanti. In risposta all’approvazione sul brevetto del braccialetto ha reso noto: “Non rilasciamo commenti relativamente ai brevetti. In Amazon siamo attenti a garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. La sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti sono la nostra priorità”.