Allarme per l’industria, con l’introduzione del nuovo regolamento UE sugli imballaggi: ecco cosa succede.
Lo scorso 24 ottobre, la commissione Ambiente dell’Europarlamento ha votato il nuovo regolamento sugli imballaggi, che favorisce il riuso, anziché il riciclo e vieta le confezioni in plastica monouso.
La decisione ha messo in allarme diversi settori industriali, come quello dell’agricoltura, dell’industria alimentare e la filiera della plastica.
Una proposta che ha anche spaccato gli europarlamentari italiani: tre hanno votato a favore (due del Partito Democratico e uno del Movimento Cinque Stelle) e sette hanno votato contro (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia).
Ecco cosa succede.
Allarme industria nuovo regolamento Ue imballaggi: ecco i dettagli
Come dichiarato da Assobibe, l’associazione che riunisce i produttori di bevande analcoliche, servirebbero 2,3 miliardi di euro solo per creare i centri di raccolta e gestire la restituzione dei contenitori vuoti in Italia. Per non parlare dei costi di gestione, pari a 350 milioni di euro in più all’anno, più un ulteriore miliardo di euro per la creazione del sistema informatico di gestione delle cauzioni.
Come spiegato da Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe:
“Per le nostre imprese il nuovo regolamento significherebbe inoltre dover investire in nuove linee di produzione, in magazzini più grandi e in un sistema di trasporto delle bottiglie da riutilizzare”.
Come dichiarato da Ettore Prandini, presidente della Coldiretti:
“La proposta adottata dalla commissione Ambiente rischia di cancellare completamente un settore che, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, in Italia vale oltre un miliardo di euro. L’effetto negativo sui costi di produzione rischia inoltre di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori, in un momento che è già di grande difficoltà economica”.
Uno dei settori più a rischio è quello dell’imbustamento dell’insalata già lavata, poiché ci sono pochissime alternative alla plastica monouso, che è anche uno dei materiali decisivi per la protezione e la conservazione alimenti e l’igiene dei prodotti.
È contraria alle nuove norme anche Confcommercio:
“A subire i danni peggiori sarebbero le imprese della filiera alimentare, la piccola, la media e la grande distribuzione organizzata, così come gli operatori della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo. Il divieto di monouso contrasta con le regole di protezione e conservazione degli alimenti e di tutela della salute del consumatore”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it