Un commerciante di cialde caffè (capsule o similari) che aliquota Iva deve applicare per la vendita a privati per consumo familiare? E se il consumatore finale fosse una ditta che richiede la fattura?
Maurizio Crovini
A partire dal 1° gennaio 2014 tutte le somministrazioni di alimenti e bevande effettuate tramite distributori automatici sono soggette all’Iva agevolata al 10%, a prescindere dal luogo in cui è collocato l’apparecchio (punto 121, parte III, tabella A allegata al Dpr 633/1972). L’aliquota ridotta è applicabile solo nel caso in cui l’acquirente della capsula o della cialda è l’effettivo utilizzatore della stessa e, quindi, il consumatore finale. Nell’ipotesi in cui, invece, il bene sia oggetto di passaggi intermedi, in relazione alle cessioni effettuate nei confronti di soggetti diversi dal consumatore finale va applicata l’aliquota propria del prodotto ceduto (nel caso delle cialde, il 22%). La cessione di capsule o cialde nei confronti di soggetti diversi dai consumatori finali, infatti, non può essere giuridicamente qualificata come somministrazione di alimenti e bevande, in quanto il servizio di somministrazione della bevanda si concretizza solo nella fase in cui il procedimento meccanico, realizzato attraverso il distributore automatico, determina la trasformazione della cialda o della capsula in una bevanda (risoluzione 124/E del 2000).