Continua a proseguire l’iter di perfezionamento dell’Albo nazionale delle botteghe storiche: ecco gli ultimi aggiornamenti disponibili e le osservazioni pervenute alle Commissioni di Camera e Senato.


Con la scadenza del termine per la raccolta delle osservazioni l‘8 settembre 2024, dopo il passaggio per la 5ª Commissione permanente (Bilancio) in sede consultiva per i profili finanziari, alla 9ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) in sede consultiva, alla 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica) in sede osservazioni il 25 luglio 2024, la raccolta di pareri esterni al parlamento con il confronto con Associazioni di categoria, di rappresentanza e stakeholder, lo schema di decreto legislativo recante costituzione dell’Albo nazionale delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici, tipizzati sotto il profilo storico-culturale o commerciale, ai fini della valorizzazione turistica e commerciale di dette attività (n. 183) ha ottenuto un esito finale favorevole – con osservazioni – il 2 ottobre 2024. Prosegue quindi il suo iter di approvazione.

L’Albo nazionale delle botteghe storiche prosegue il suo iter

Già approvato a giugno 2024 in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, lo schema di decreto legislativo, aveva dato il via all’Albo nazionale delle botteghe storiche. Un successivo decreto interministeriale definirà le modalità operative di questo strumento, tra cui i flussi di comunicazione tra i diversi livelli di Governo e la diffusione dei contenuti nei relativi siti istituzionali, anche quello connesso al ministero del turismo.

Gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, questo strumento è finalizzato a riconosce e tutelare attività commerciali, botteghe artigiane ed esercizi pubblici parte integrante della storia delle città e dei borghi che abitano. Dimensione nazionale, dunque che allinea e da nuova vita ai tanti registri nati a livello locale. Questo strumento nazionale riconosce e tutela attività con almeno 50 anni di vita con interesse storico, culturale, artistico, turistico, merceologico o identitario – da difendere. Introduce inoltre la possibilità, stante alcune particolari caratteristiche, del Bollino di “attività storiche di eccellenza”, visibile e riconoscibile su tutto il territorio nazionale.

L’avvio dell’iter di adozione del decreto legislativo rappresenta un passaggio significativo nel più ampio contesto della semplificazione degli adempimenti e delle attività di controllo sulle attività economiche – ha dichiarato in una nota ufficiale il Ministro Zangrillo – Un intervento atteso da molti, che offre alle regioni e agli enti locali gli strumenti idonei a tutelare il carattere storico delle eccellenze presenti nei nostri centri urbani, con l’obiettivo di tramandare alle future generazioni un patrimonio non solo economico, ma soprattutto sociale e culturale, unico in tutto il mondo”.

Le osservazioni delle associazioni di categoria

Molti i pareri raccolti da portatori di interesse ed associazioni di categoria che hanno depositato i propri documenti di intenti, vediamone i punti salienti.

Associazioni dei negozi storici

I negozi storici di eccellenza di Roma hanno avanzato alcune perplessità riguardo arredi e stigliature, che per funzionalità, ma anche per normativa ed igiene, non possono essere mantenute intatte nel tempo per alcune tipologie di locale. I Caffè storici del Piemonte hanno richiesto una riflessione rispetto al passaggio della norma relativo alle ‘3 generazioni’, ritenendolo eccessivamente restrittivo.

L’Associazione Locali storici d’Italia e la Confederazione libere associazioni artigiane chiedono una minore rigidità su alcuni parametri di esclusione/inclusione dall’elenco.

Associazioni commerciali

Del tutto positivo il parere di Confcommercio Palermo sulle botteghe storiche che afferma nella nota depositata “Siamo fiduciosi dunque che le misure che il Governo vorrà intraprendere, fondate sull’ atto n. 183 e il futuro Albo nazionale, rappresentino un passo significativo verso la protezione delle nostre radici commerciali e artigiane”.

Positiva anche la nota di UnionCamere, che condivide la necessità di giungere ad un albo unitario a livello Nazionale di queste attività e dichiara, nella nota depositata come “Questi dati confermano l’importanza dell’intervento proposto in tale sede che interviene a favore sia delle imprese direttamente coinvolte sia della cittadinanza: tutelare e promuovere gli esercizi commerciali e le botteghe storiche infittisce anche la rete territoriale nei centri urbani.

Anche Assoartigiani plaude all’impianto del decreto e soprattutto allo spirito ed ispirazione di esso. Tuttavia invita ad “evitare ulteriori complessità burocratiche per le aziende e tanto meno costi rispetto all’esistente”.

CNA, Confartigianato Imprese e Casartigiani nella positiva valutazione della misura legislativa, “evidenziamo la necessità di creare un raccordo con la disciplina prevista dal Regolamento (UE) 2023/2411 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali. Si tratta del primo strumento europeo per la tutela dei prodotti non agroalimentari che, come per quelli a marchio DOP/IGP, andrà a tutelare le produzioni artistiche nazionali con uno specifico marchio europeo.

Confesercenti, allineata alla maggioranza dei pareri, positiva sul generale ‘sentire’ del provvedimento ma critica rispetto al concreto sostegno alle imprese “Tuttavia, non si può non sottolineare l’assenza, nel testo dello schema di decreto, al di là delle già menzionate previsioni e di quelle di cui all’art. 6 sulle “Misure di valorizzazione”, che però si limitano a possibili iniziative di tipo promozionale (creazione di specifici circuiti merceologici o territoriali), di indispensabili misure di vantaggio fiscali.

Il documento depositato da Confcommercio è il più esteso e dettagliato, entrando in alcuni modifiche ed emendamenti proposti. Le conclusioni sono positive e di supporto al decreto, con alcune precisazioni, come si legge “In conclusione, si condividono le linee direttrici del provvedimento che andrebbero però coordinate con i criteri e le modalità previsti dalle normative regionali e comunali ed implementate con un maggiore coinvolgimento delle associazioni rappresentative di categoria.

Le perplessità di Confedilizia

Confedilizia solleva perplessità e chiede sia tenuta alta l’attenzione rispetto a quello che potrebbe manifestarsi come ‘un indebito diritto di prelazione per le botteghe storiche anche nel caso di vendita dell’intero complesso immobiliare’, ritenendo che questo passaggio della norma “ecceda palesemente i limiti conferiti dalla legge delega, la quale ha la finalità di tutelare e valorizzare le attività commerciali che vengono svolte nelle botteghe storiche e non certo di imporre vincoli ai proprietari dei locali che le ospitano.

Le osservazioni dell’Anci

L’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) nel testo depositato, dichiara di condividere “in via generale l’obiettivo del provvedimento e la definizione a livello nazionale di standard e requisiti omogenei per il riconoscimento del carattere storico e di eccellenza delle attività commerciali, delle botteghe artigiane e degli esercizi pubblici, anche per la possibilità che, a determinate condizioni, possano essere riconosciute dal Ministero della Cultura come “beni culturali” e sottoposte alle consuete pratiche di tutela.” A questo aggiunge una serie di emendamenti formali per correggere alcune, individuate incongruenze. Incongruenze formali individuate anche dalla Conferenza delle Regioni e Provincie Autonome.

Le conclusioni

Il decreto incassa, dunque, un ampio supporto dai portatori di interessi rispetto all’obiettivo che si pone e a gran parte delle modalità indicate. Sicuramente piccole correzioni e aggiustamenti di tiro, lungo l’iter di approvazione potranno renderlo uno strumento importante per valorizzare il nostro Bel Paese e le sue ricchezze naturali, ma anche di persone, artigiani, professionisti che lo abitano ogni giorno.