Intelligence, Alberto F. De Toni al Master dell’Università della Calabria: “L’intelligence è fondamentale per capire la complessità del mondo contenporaneo”.
Alberto F. De Toni, già rettore dell’Università di Udine e oggi Presidente della Fondazione Crui, ha tenuto una lezione dal titolo “Capire le complessità” durante il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
L’intervento di Alberto F. De Toni
De Toni ha iniziato affermando che “l’intelligence dovrebbe essere patrimonio trasversale a tutte le discipline, in quanto aiuta a comprendere la complessitàdel reale. Oggi stiamo vivendo due rivoluzioni: quelladigitale e quella dettata dalla globalizzazione. Per comprendere la complessità dei nostri tempi, interpretare il presente e anticipare il futuro, l’intelligence può esseredi grande aiuto”.
“L’età contemporanea – ha ricordato – nasce con la rivoluzione francese alimentata dall’illuminismo, secondo cui solo utilizzando la ragione si può interpretare la realtà, facendo leva sul metodo scientifico. Tuttavia nell’interpretare la realtà odierna, ilmetodo scientifico basato sulla razionalità e sulla sperimentazione non è sufficiente. I fenomeni sociali non sono riconducibili a modelli quantitativi, né possono essere soggetti a sperimentazioni. Viviamo contemporaneamente in tre mondi: quello fisico, quello biologico e quello sociale. Viviamo, dunque, in una realtà complessa, che necessita di approcci sia scientifici che umanistici”.
La teoria delle decisioni a razionalità limitata
A proposito, De Toni ha richiamato la teoria delle decisioni a razionalità limitata, del premio Nobel per l’economia, Herbert Simon, il quale affermava che,durante il processo decisionale, “la razionalià di un individuo è limitata dalle informazioni che possiede, dai limiti cognitivi della sua mente e dalla quantià finita di tempo di cui dispone per prendere una decisione”.
La complessità si manifesta quando delle proprietà, che non appartengono alle parti stesse, emergono dalle interazioni tra le parti: così ci spiega il premio Nobel per la fisica Philip W. Anderson nel suo articolo “More isDifferent”, che può essere considerato un manifesto delle scienze della complessità.
Nel mondo la complessità aumenta sempre, figlia della continua competizione per la sopravvivenza. Esiste il lato chiaro della complessità, la complessità amica, quella generata per aumentare il proprio grado di sopravvivenza, ed esiste il lato oscuro della complessità, la complessità nemica, quella subita, alla quale bisogna adattarsi per sopravvivere.
“Nella lotta per la sopravvivenza – sostiene De Toni – si può decidere di cooperare oppure di competere. A riguardo il matematico Premio Nobel per l’economia John F. Nash ha dimostrato che la cooperazione è più conveniente rispetto alla competizione. Inoltre la competizione può promuovere comportamenti opportunistici che deteriorano la società”.
I sistemi complessi
De Toni ha proseguito dicendo che “siamo immersi nelle complessità, sia come persone sia come organizzazioni. E i sistemi complessi richiedono immaginazione ecreatività per essere compresi. Dobbiamo essere pronti ad accettare le novità. Nella complessità è impossibile fare previsioni, perché il cambiamento è interconnesso,accelerato e discontinuo. Il passato è intrecciato al presente ed il futuro è più vicino ed imprevedibile”.
Per cercare di governare il cambiamento per il professore bisogna tentare di “anticipare” il futuro. “Cogliere i segnali deboli, studiare i trend (i segnali forti), immaginare “spazi bianchi”, lavorare per scenari, prevedere percorsi molteplici. Bisogna essere efficienti e contemporaneamente flessibili, tempestivi e resilienti. Spesso l’errore che viene commesso è di concentrarsi sulle dinamiche del passato mentre occorre studiare il presente”.
Ha poi evidenziato che “non bisogna separare i fenomeninell’illusione di semplificarci la vita, poiché così facendo restano incomprensibili. Abbiamo bisogno di una visione di insieme per sviluppare la capacità di anticipare il futuro. Occorre cercare soluzioni con un approccio sistemico e non analitico, e questo significa andare oltre il nostro il modo classico di pensare”.
In definitiva, per affrontare i fenomeni complessi,dobbiamo imparare ad apprendere i loro comportamenti che si modificano continuamente in tempo reale. A tale proposito, al fine di aumentare il benessere economico e ampliare la giustizia sociale, è decisivo sia il ruolo delle classi dirigenti sia il ruolo dell’intelligence come metodo per la ricerca di informazioni e soluzioni utili a imprese, settori e stati.
Fonte: articolo di Mario Caligiuri